Attenzione all’olio d’oliva: come capire se è andato a male

L’olio di oliva è uno dei migliori amici della cucina italiana, senza cui possiamo possiamo fare a meno. L’olio condisce e insaporisce ogni tipo di primo piatto, secondo e insalate. La sua scadenza non è di solito un fattore preoccupante in quanto non succede dopo solo poco tempo.

Ma come si fa a riconoscere l’olio che è ormai andato a male?

Andiamo a scoprirlo nei prossimi paragrafi.

Come capire se l’olio di oliva è andato a male

Ci sono diversi segni che indicano che l’olio non andrebbe più consumato. Ecco quali.

Gli oli extravergine di oliva si distinguono dagli altri tipi grazie ai colori che vanno dal verde intenso al dorato. Ogni colore diverso da questo può essere un indizio che l’olio è in cattivo stato. Se l’olio ha un colore strano e poco naturale, non è più buono e andrebbe di fatti evitato.

Un olio imbottigliato in vetro o in PET traslucido, per esempio, quando viene esposto per molto tempo al sole o ad una luce intensa può acquisire un colore rossastro simile al whisky o al cognac.

Un altro indizio che indica lo stato dell’olio è l’odore e sapore rancido. Succede agli oli extravergine di oliva che hanno subito un processo di ossidazione, che capita nei negozi o nelle cucine dei consumatori, diventando rancidi. L’odore di un olio rancido ricorda quello della vernice, di un solvente, o di una stanza appena pitturata. Un olio in bottiglia aperto da più di tre anni sarà sicuramente rancido.

Il processo di irrancidimento di un olio di oliva è inevitabile, e prima o poi succede, ma può essere tenuto a bada con buone pratiche di conservazione.

Si può recuperare l’olio andato a male?

L’olio può essere un prodotto davvero costoso. La sua produzione avviene grazie ad un lungo processo che non è per nulla economico, e dal momento in cui portiamo in casa le bottiglie comperate, vogliamo fare di tutto affiche’ durino per molto tempo senza andare a male. Infatti, una volta che l’olio diventa rancido non è più recuperabile. Una volta che avviene l’ossidazione non c’è nulla da fare.

Se l’olio in casa è rancido, non commettiamo l’errore di mischiarlo ad un altro olio extravergine di oliva in buono stato. Non è consigliabile dato che l’olio rancido può danneggiare l’olio fresco.

Qual è la data di consumo preferibile di un olio di oliva?

La data preferibile di consumo viene aggiunta nel momento dell’imbottigliamento dell’olio. Chi è responsabile di questa operazione ha il compito di decidere una data piuttosto che un’altra in funzione dello stato dell’olio e delle sue analisi, delle condizioni di conservazione nella catena commerciale fino all’acquisto del consumatore finale.

In genere è normale stabilire date di consumo che vanno dagli 1 ai 2 anni.

La data preferibile di consumo non va pero’ conteggiata dalla produzione dell’olio d’oliva, ma dal suo confezionamento ed etichettatura.

Sul mercato possiamo trovare diversi oli extravergine di oliva confezionati nella stessa data, uno potrebbe essere stato prodotto due anni prima ma avere la stessa data di scadenza.

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