Cosa sono i semi di marijuana autofiorenti?

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un aumento delle conoscenze sulle peculiarità della pianta di marijuana. Quando la si chiama in causa, è bene ricordare che non esistono solo le foglie, nell’immaginario collettivo anche per via delle scelte artistiche di diversi artisti musicali internazionali, tra cui Bob Marley.

Anche le caratteristiche dei semi di marijuana sono degne di nota. Tra le più interessanti troviamo il fatto di essere, in alcuni casi, autofiorenti. Cosa si intende con questo termine tecnico? Scopriamolo nelle prossime righe!

Semi autofiorenti: peculiarità e vantaggi

I semi di marijuana autofiorenti hanno una caratteristica specifica: sono in grado di fiorire in 2 – 4 settimane massimo. Sono molto apprezzati dai coltivatori, soprattutto quelli alle prime armi o con pochi mezzi a loro disposizione lato economico, per via della possibilità di arrivare a risultati importanti nella coltivazione senza bisogno di fare grandi cambiamenti dal punto di vista dell’illuminazione.

Dal punto di vista della forma, tra i vantaggi principali rientra la compattezza. Questa caratteristica rende le piante di marijuana cresciute da semi autofiorenti particolarmente adatte alla coltivazione indoor e, di riflesso, ideali per chi vuole preservare la propria privacy.

Cenni storici

I semi di marijuana autofiorenti sono, al giorno d’oggi, molto comuni e, come già detto, apprezzati dai coltivatori principianti. Per arrivare a questo risultato, è stato necessario compiere un percorso lungo.

Tutto è iniziato negli anni ‘70, epoca d’oro quando si parla di sperimentazione con i semi di cannabis, quando diversi breeder hanno iniziato a mettersi all’opera per creare degli ibridi a partire dalla cannabis ruderalis, una varietà siberiana che ha attratto fin da subito l’attenzione degli esperti di cannabis per via della sua capacità di crescere rapidamente anche in condizioni climatiche avverse.

Inizialmente poco apprezzati per via dell’aroma poco vigoroso, hanno visto una svolta all’inizio del terzo millennio, con l’immissione in commercio della Lowryder, varietà la cui creazione ha una storia ancora oggi associata a numerose incertezze e punti di domanda.

Con ben 9 generazioni, i breeder sono riusciti, a partire dalla Lowryder, a rendere estremamente stabili le caratteristiche che avevano colpito della cannabis ruderalis.

L’importanza dei terpeni

Quando si parla di cannabis autofiorente, è necessario soffermarsi anche sull’importanza dei terpeni, molecole alle quali la cannabis deve il suo inconfondibile e penetrante aroma.

Diversi breeder ed esperti di cannabis hanno riferito, nel corso dei decenni, l’associazione tra profili terpenici all’insegna delle note floreali e le piante ottenute da semi autofiorenti.

Dove è possibile coltivare i semi di marijuana autofiorenti?

I semi di marijuana autofiorenti possono essere coltivati sia indoor, sia in spazi esterni. Nel primo caso, lo schema ideale per quanto riguarda l’illuminazione è il 18/6 (18 ore di luce e 6 di buio).

Dalla semina fino al raccolto, si può adottare lo schema 24/0.

Cosa dire, invece, in merito ai consigli per una coltivazione outdoor ottimale? Prima di tutto che, sempre in virtù della rapidità di crescita, i semi di marijuana autofiorenti possono essere piantati praticamente in qualsiasi momento dell’anno.

Quello che conta è che la zona dove si trova l’area outdoor di coltivazione non sia esposta a forti gelate.

A circa 8 – 10 settimane dal momento della semina, è possibile procedere al raccolto.

Un consiglio semplice per ottenere più raccolti nel corso dell’anno? Piantare i semi autofiorenti di cannabis a distanza di diverse settimane l’uno dall’altro.

Concludiamo rammentando che, rispetto alle varietà fotoperiodiche – ossia quelle vincolate ai cicli stagionali e di illuminazione – le piante di marijuana autofiorenti richiedono una quantità più bassa di nutrienti.

La dose standard di fertilizzante commerciale, per intenderci, deve essere ridotta della metà.

In caso di utilizzo di miscele di terriccio già concimate, non è necessario aggiungere nulla, almeno fino a quando le piante non fioriscono.

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