Il POS fa parte della maggior parte delle vite degli italiani anche se oltre la metà non considera questo strumento in grado di sostittuire al 100 % il tradizionale contante, nonostante la quasi totalità degli organi bancari ma anche diversi esponenti dello stato da anni “spingano” per l’adozione totale della moneta elettronica, che quasi sempre fanno ricorso ai tradizionali pagamenti tramite POS.
Fai pagamenti con il POS? Fai sempre attenzione a questa cosa
In maniera indiretta, questo terminale che viene chiamato POS dal termine inglese (Point of Sale, punto di vendita) ha catalizzato e polarizzato come spesso accade, i giudizi nel nostro paese tra i “pro” ed i “contro” dell’adozione obbligatoria di questo strumento presso esercenti e professionisti.
Nel corso del 2022 infatti l’allora governo Draghi ha deciso di anticipare questa formulazione, che al netto delle proteste e stata mantenuta anche dall’esecutivo attuale. Ma il POS, sempre più diffuso e comunque indispensabile per qualsiasi forma di gestore anche prima dell’obbligatorietà, può essere anche potenzialmente rischioso.
Come evidenziato anche quando abbiamo parlato delle truffe presso lo sportello Bancomat, il rischio di vedersi “scippare” denaro digitalmente parlando è più complesso ma non impossibile, sfruttando ad esempio la tecnologia contactless, che permette il passaggio di dati e quindi dei pagamenti semplicemente avvicinando una tessera compatibile al POS dotato di questo sensore.
Alcuni tuttavia, fin dall fine della pandemia, sfruttando i POS di ridotte dimensioni che possono essere nascosti con facilità, programmati opportunamente per “rubare” denaro dalle tessere, semplicemente avvicinando il dispositivo a borse e portafogli, magari in località affollate.
Per questo motivo è sempre meglio difendersi, ad esempio con un portafogli o portatessere munito di tecnologia RFID, che fa da “schermatura” al passaggio non voluto dei dati, oltre ad abilitare le notifiche delle app bancarie così da venire segnalati in qualsiasi momento in caso di pagamenti “strani”.
