Fin da epoche antichisssime il concetto di “moneta” fisica ha avuto un’impattto molto importante dal punto di vista sociale ed “emotivo”. Sulle varie emissioni che sono state progressivamente realizzate sono stati concepiti modelli inerenti a ritratti, simboli ma anche divinità ed oggetti di uso comune. Anche le monete da 1 e 2 euro presentano spesso raffigurazioni come quella del gufo che per un motivo particolare è divenuta molto popolare tra i collezionisti pur non essendo molto rara.
Quanto vale 1 euro col gufo? La risposta lascia tutti senza parole
La moneta con il gufo infatti identifica quella “standard” da 1 euro della repubblica di Grecia che ha adottato la valuta comunitaria nel 2002 come per il nostro paese e la maggior parte delle nazioni che oggi fa ricorso all’euro.
Il termine gufo in questione non è corretto in quanto la rappresentazione è quella di una civetta, già presente sulle antiche monete greche, come quella da 4 Dracme, civetta presente anche su numerosi mosaici e riproduzioni artistiche del periodo classico. Per il resto, la moneta in questione è identica a qualsiasi altra emissione da 1 euro essendo una valuta bimetallica composta da leghe di nichel-ottone (rame 75% – zinco 20% – nichel 5%) e nella parte interna rame-nichel (rame 75% – nichel 25%)
Ma perchè la moneta in questione è così interessante?
Principalmente a causa di un dettaglio inerente l’aspetto estetico: molte emissioni del 2002 infatti riportano una S presente all’interno della “stella centrale” poco sotto le zampe della civetta. Per anni questa emissione è stata considerata rara, seppur erroreamente in quanto la S non è altro che l’iniziale di Suomi, il nome “nativo” della Finlandia, nazione che ha provveduto parzialmente alla coniatura di queste emissioni nel 2002.
Il valore effettivo quindi non è molto alto ma altre annate possono riservare delle valutazioni più alte del normale, ad esempio le monete con la civetta realizzate nel 2015, che se in eccellente stato possono valere fino a 30 euro l’una.
