Allerta variante covid “Arturo”: ecco cosa sta succedendo

La notizia è che in pochi giorni in India si è verificato un aumento rilevante dei casi di Covid-19.  Nell’ultimo report ufficiale, che risale a pochi giorni fa, sono stati mostrati 1.590 contagi in sole 24 ore, con un tasso di positività quotidiana incredibilmente accresciuto fino all’1,33% e un tasso di positività settimanale all’1,23%. Stando ai dati muniti dall’Indian SARS-CoV-2 Genomics Consortium.

L’aumento dei casi discenderebbe da una nuova variante, soprannominata ufficiosamente sui social con il nome Arturo. Stando poi agli esperti, al momento, la variante Arturo non dovrebbe mettere molta apprensione, ma in allerta.

Allerta variante covid “Arturo”: ecco cosa sta succedendo

Una delle sue peculiarità pare essere la capacità di evitare il sistema immunitario del corpo umano. Tale è poi il motivo per cui anche alle persone totalmente vaccinate in India è stato domandato di rimanere in guardia durante tale nuova ondata.

Ma non ci sono chiarezze secondo le quali la nuova variante possa originare forme d’infezioni più gravi. Sebbene ciò, le autorità indiane chiamano alla cautela, ossequiando le abituali semplici misure di salute pubblica, come evitare luoghi molto sovraffollati e insufficientemente ventilati, coprirsi bene bocca e naso quando si starnutisce.

I dati mostrati possono essere imperfetti e per tutto ciò dovrebbero essere visti con prudenza nel monitorare le variazioni delle tendenze epidemiologiche, effettua ormai i confronti su intervalli di 28 giorni.

Dal momento in cui la variante Omicron ha cominciato a circolare, si sono accresciute le sue sotto-varianti con grande velocità. Infine, i sintomi che generano sono rassomiglianti: è stato accertato che Omicron e le varianti che l’hanno seguita percuotono specialmente le alte vie respiratorie, causando febbre, tosse e altri effetti assimilabili a uno stato influenza.

Va fatta parecchia attenzione anche a mal di testa, spossatezza, sia lieve che grave, starnuti e mal di gola. I vaccini proseguono nell’essere grandi dissuasori ma le autorità sanitarie restano con gli occhi aperti.

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