Con l’invecchiamento le nostre prestazioni cognitive possono apparire molto meno efficienti, quasi irriconoscibili. Quasi sempre succede di scordarsi i nomi. Ci si scorda di un colloquio o non si trova più un oggetto e non si sa più dove è stato ricollocato.
Tutte siffatte amnesie potrebbero indurre a pensare che si soffre di un inizio di demenza senile, cioè la privazione delle capacità cognitive non giustificata da altre ragioni, se non da un invecchiamento precoce. Ma non sempre è così, per una prognosi certa vanno presi in analisi vari sintomi e fattori di rischio.
Demenza e perdita di memoria: ecco cosa fare per migliorare le condizioni
Per cercare di reprimere la malattia servono degli accorgimenti piccoli ma molto utili. Ad esempio una giusta alimentazione, un rapporto dormi-veglia adeguato, attività fisica costante e una vita sociale attiva e appagante.
Il cervello, difatti, agisce in maniera rassomigliante agli altri muscoli e di conseguenza, più viene utilizzato e più facilmente resterà in forma a lungo. Uno strumento parecchio rilevante per bloccare il degrado è raffigurato dalla presunta stimolazione cognitiva, un insieme di tecniche indirizzate ad addestrare e a consolidare le capacità cognitive del paziente, tra cui attenzione, memoria, linguaggio e funzioni operative.
Le normali attività che spingono le capacità cognitive posseggono il potere di fortificare le connessioni cerebrali, impedendone il danneggiamento. Un grande ricerca da poco pubblicata sulla nota rivista scientifica JAMA Neurology, dichiara che mediante un intervento rivolto a perfezionare lo stile di vita del paziente, con esattamente una sana alimentazione ed esercizio fisico costante, è possibile osteggiare realmente la decadenza funzionale e cognitivo anche nei soggetti predisposti geneticamente.
Avere uno stile di vita abbastanza sano, va a giocare non solo per questa malattia, ma è importante anche per altre patologie. Va in oltre a bloccare gli effetti sulle capacità cognitive come, appunto, la perdita di memoria.
