Le castagne costituiscono una vera e propria realtà dell’ambito culturale italiano, in modo particolare nelle aree sufficientemente “rigide” dal punto di vista climatico, consumate nei mesi autunnali ed invernali. Se sono integrate da radici antiche nel contesto europeo, dal punto di vista nutrizionale tendono a dividere: si possono mangiare le castagne se a dieta?
Si possono mangiare castagne quando si è a dieta? Parla l’esperto
Le origini del castagno, l’albero che sviluppa questi duttili
frutti autunnali, si perdono nella leggenda ma molto probabilmente è stato uno dei più antichi alberi ad essere “conosciuto” agli esseri umani proprio per la produzione delle castagne.
Si tratta di una tipologia di frutta “non secca” in quanto ciò che mangiamo è sensibilmente più simile al frutto in se rispetto ad una noce, contenente numerosi sali minerali, ma anche proteine, carboidrati complessi e folati, estremamente utili per lo sviluppo cellulare.
Dotate di un elevato potere nutritivo, sono anche utili come snack e per mitigare il senso di sazietà, ma sono mediamente percepite come ingrassanti.
Questo è vero, in parte in quanto molto dipende dal tipo di cottura applicato alle castagne che differisce molto in tal senso, infatti l’apporto calorico si aggira sulle 100 kcal se fresche, 120 kcal se sono cotte in acqua, l’apporto calorico si aggira sui 190 kcal se arrostite e a 300 se sono secche. Quindi sono quasi “vietate” arrostite se stiamo seguendo un regime alimentare ipocalorico, mentre fresche e secche possono essere consumate magari in discrete quantità di 4-5 al giorno, magari come fine pasto o snack.
L’indice glicemico inoltre non è particolarmente diverso rispetto alla frutta comune, aggirandosi intorno a 60, quindi in linea con altra frutta, ma di più rispettto alla frutta secca.
La farina di castagne invece è piuttosto utile per ridurre l’apporto calorico nella preparazione dei dolci, costituisce infatti un’ottima base in tal senso.
