Divieto di smartphone fino alla terza media: ecco cosa succede

Lo sviluppo tecnologico inerente alla comunicazione, oramai dominato da Internet che grazie agli smartphone raggiunge praticamente ogni angolo del globo, ha indubbiamente migliorato numerosi aspetti, contribuendo a ridurre le distanze percepite ed il grado di comunicazione ma anche di intrattenimento ha cambiato volto, anche se l’uso dello smartphone in luoghi specifici viene mal visto, in quanto distrae e disturba il contesto di appartenenza. Da diversi anni gli stati di tutto il mondo sono alle prese con la presenza dello smartphone in classe ma anche in altri contesti.

Divieto di smartphone fino alla terza media: ecco cosa succede

Senza opportuna  responsabilizzazione e regolamentazione anche uno strumento indispensabile in molti contesti come lo smartphone infatti è decisamente dannoso: già lo scorso dicembre attraverso una circolare disposta dal Ministro dell’Istruzione è stato in buona sostanza proibito l’uso attivo dello smartphone tra le mura scolastiche da parte degli studenti che dei docenti, anche se non sono state previste vere e proprie sanzioni.

L’utilizzo dello smartphone viene quindi permesso in classe solo con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative, anche se diverse forme di iniziativa, che stavolta non arriva dallo Stato ma dalle  famiglie stesse, ha proposto la disposizione di non lasciare utilizzare lo smartphone anche in altri ambiti ai giovanissimi, fino all’età della terza media.

In realtà l’idea  è inerente ad una forma di utilizzo responsabile di internet, attraverso l’idea concepita dalla forma di alleanza genitoriale definit “patto digitale” concepita proprio per introdurre il senso di responsabilità alla tecnologia, permettendo ai bambini di fare uso entro l’età dell’adolescenza esclusivamente di dispositivi che non fanno ricorso ad internet, ma anche per limitare e far comprendere gli eventuali pericoli dei social media, oramai sempre più diffusi.

L’accordo è stato chiamato non a caso “Aspettando lo smartphone” ed è stato accettato da oltre 200 famiglie.

Divieto di smartphone

 

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