Fin da bambini comprendiamo come il denaro risulti essere importante anche e soprattutto per evadere alcune forme di pagamento obbligatorie come le bollette, condizione “antipatica” ma necessaria per lo sviluppo effettivo della società come la comprendiamo. Quasi “ntauralmente” quindi siamo abituati all’idea che le bollette, indifferentemente da dove provengono, vanno obbligatoriamente pagate, anche se in alcuni casi specifici e precisi queste non conviene pagarle in quanto scatta una forma di “cavillo” che le rende non obbligatorie.
Se hai ricevuto queste bollette non pagarle: ecco il motivo
E’ il caso della prescrizione, che nel termine legale applicato al contesto delle fatture, porta l’esecutore delle fatture, ossia ad esempio le società energetiche, a perdere il diritto di agire attivamente a fronte di mancati pagamenti. Ciò significa che se cadute in prescrizione, le bollette non sono più impugnabili ed un mancato pagamento non provoca effetti.
La prescrizione scatta in virtù di una condizione di mancato sollecito di lungo periodo e se la bolletta risulta essere stata emessa in un particolare periodo di tempo. Generalmente, applicate alle bollette di acqua, luce e gas, le fatture più datate cadono in prescrizione dopo 5 anni, ma oltre una certa data di emissione, questo termine si riduce a 2 anni.
Nello specifico:
Le bollette della luce passano da 5 a 2 anni dal dal 3 marzo 2018 in poi, quelle del gas dal 2 gennaio 2019, mentre quelle dell’acqua passano da 5 a 2 anni dal 2 gennaio 2020, condizione che in tutti i casi si applica sia alle singole fatture ma anche ai conguagli.
Le bollette del telefono restano ancorate ad una condizione di prescrizione di 5 anni, il Canone Rai mantiene la prescrizione a 10 anni.
Generalmente le società di appartenenza non si oppongono ad un mancato pagamento di una bolletta caduta in prescrizione, in caso contrario può essere necessario contattare ufficialmente la società energetica oppure chiedere l’intervento di ARERA.
