Non bere caffè se soffri di queste patologie: ecco la lista

Il caffè è statisticamente la bevanda calda più amata dagli italiani ed è incredibilmente diffusa in tutto il mondo in tantissime varietà e tipologie, anche fortemente legato alla cultura italiana ed a tutti i meccanismi e tradizioni che la contraddistinguono, sempre. Il caffè non fa male, anzi spesso viene definito benefico, nella giusta quantità sia nella nota funzione “di boost” , legata alla caffeina, ma anche per alcune malattie. Tuttavia non tutti dovrebbero bere caffè, o comunque molto spesso. Ma quali patologie sono “incompatibili” col caffè?

Non bere caffè se soffri di queste patologie: ecco la lista

Molto dipende dal tipo ovviamente, quello maggiormente “lungo” come quello americano o turco contengono quantità maggiori di caffeina, mentre il tradizionale espresso è “sicuro” se limitato a 2-3 tazzine al giorno (considerando un minimo apporto di zucchero se non nullo).

E’ indubbiamente utile per mantenere alta la concentrazione ma sembra essere anche benefico per il cuore, e per ridurre sensibilmente il colesterolo alto. Va anche considerato che vari studi lo individuano come sostanza utile per avere un effetto benefico nei confronti di alcune malattie neurodegenerative, contribuendo a ridurre la probabilità di comparsa. E’ anche utile, sempre nelle quantità consigliate, in una funzione digestiva, anche perchè riduce la fame.

Ma chi non deve bere caffè?

Chi soffre di ipertensione arteriosa, ulcera peptica dispepsia, gastriti ipersecretive, mastopatia fibrocistica,  gastriti ipersecretive, malattia da reflusso, cardiopatia ischemica e in quantità eccessive il consumo è da ridurre per le donne in gravidanza.

Bere troppo caffè è praticamente impossibile per tutti gli altri, nel senso che la caffeina è comunque assimilata facilmente dall’organismo umano: sarebbero necessari oltre 100 mg di caffeina pura per avere un effetto potenzialmente fatale per l’apparato cardiocircolatorio, corrispondente a svariate decine di caffè.

Va inoltre ricordato l’apporto di zucchero che è una delle cause della non sempre positiva nomea di questa diffusa bevanda.

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