Tassi sui mutui è allerta, cosa sta succedendo? “Da non credere”

I mutui sono associabili a delle operazioni finanziarie simile ad accordi tra due parti così da ottenere, da parte del richiedente del mutuo, un corrispettivo economico, in genere sostanzioso, per l’acquisto di immobili.  I tassi sui mutui corrispondono all’ammontare degli interessi che sono pagati a cadenza regolare assieme alle rate, fattori che in questo specifico momento storico stanno facendo molto discutere.

Tassi sui mutui è allerta, cosa sta succedendo? “Da non credere”

Questo perchè i tassi non sono generalmente “fissi” ma sono in  buona parte dei casi variabili, in base ai fattori economci di una realtà nazionale o sovranazionale (come può essere l’Unione Europea).

Una parte dei tassi infatti resta gestibile ed incrementable in modo sensibile da parte della BCE in caso di problematiche economiche, fattore già avvenuto, ad esempio in corrispondenza della crisi economica del 2007, ed anche oggi, seppur in maniera minore, la percentuale dei tassi sui mutui è stata ufficialmente incrementata, nello specifico di 0,5 % , passando dal 3 % al 3,5 %.

Il motivo è legato all’inflazione che è sempre più importante in tutto il continente europeo, ed anche se si tratta di una “strategia” conosciuta e momentanea, ciò ha già provocato degli incrementi sui mutui da pagare incentrati sui tassi, anche di un certo livello.

Diverse proiezioni hanno evidenziato un aumento dei costi anche superiore a 150 euro su ogni rata del mutuo seguendo il trend attuale, anche se lo Stato attraverso i propri esponenti economici ha affermato che si tratta di una misura temporanea, ricordando che è sempre possibile chiedere una eventuale rinegoziazione del mutuo.

Con l’approssimarsi dell’estate, la situazione dovrebbe tornare nella condizione antecedente a questi incrementi, allo stato attuale la condizione è svataggiosa soprattutto per chi ha già un mutuo attivo, mentre potrebbe essere addirittura vantaggioso aprirne uno nelle condizioni attuali, in quanto le rate future con un ritorno a tassi “normali” diventerebbero più vantaggiose.

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