La storia della lira italiana offre ancora oggi molti spunti storici e collezionistici che risultano effettivamente importanti sia per comprendere la storia del nostro paese dal punto di vista monetario ma anche per venire a conoscenza del valore delle monete e delle banconote, che hanno composto la precedente valuta nostrana. Emissione come la 5 lire con l’Uva non sono così antiche ma sono spesso in possesso di un valore intrinseco dal punto di vista culturale che può corrispondere anche a quello economico.
Trova le 5 lire con l’uva e guadagni €1.399: ecco quali. FOTO
La lira italiana è stata completamente modificata nel suo essere a partire dal secondo dopoguerra, con l’istituzione della repubblica italiana dopo il referendum del 1946 e con lo sviluppo della Costituzione.
Tutte le vecchie monete sono state rese inutilizzabili, e quasi tutti i formati concepiti da capo, come la 5 lire, in precedenza una moneta dall’ottimo potere d’acquisto, divenuta a partire da questo periodo storico, una emissione comune.
La prima forma di 5 lire “moderna” è stata la Uva, così chiamata proprio per il grappolo d’uva che si staglia su una delle facce della moneta, realizzata in una lega di alluminio chiamata Italma. Sull’altro lato è invece presente una testa femminile multierbe, di profilo, mentre mantiene in mano una fiaccola.
L’emissione è stata coniata per soli 4 anni, dal 1946 al 1950, e le più relativamente facili da trovare sono quelle coniate negli ultimi anni, dal 1948 al 1950.
Le annate 1946 e 1947 invece sono molto più interessanti in quanto la produzione è stata molto più risicata.
Un esemplare del 1946 infatti può valere da 300 euro se in buono stato fino ad oltre 1300 euro se in stato Fior di Conio, che corrisponde alla migliore delle conservazioni possibili, mentre un pezzo del 1947, coniato in meno di 20 mila unità, può addirittura valere qualcosa in più, fino a 1650 euro, sempre se in condizioni assolutamente perfette.
