Nessuno lo sa, ma ecco come coltivare le piante senza terra: “meraviglioso!”

Avete mai pensato che le piante possono anche essere coltivate senza terra? E’ una tecnica chiamata idrocoltura e che prevede che le piante, senza terra, si sviluppino grazie all’utilizzo dell’acqua e dell’argilla espansa.

L’argilla viene utilizzata per offrire supporto all’apparato radicale delle piante, che anch’essa è completamente immersa nell’acqua. L’acqua naturalmente serve per nutrire le piante.

La tecnica dell’idrocoltura

Le piante coltivate con questa tecnica innovativa sono molto decorative, richiedono meno manutenzione rispetto a quelle tradizionali in vaso, e crescono più rapidamente in quanto hanno una notevole autonomia idrica.

Inoltre, quando usiamo l’argilla rendiamo questo metodo molto pulito, consentendo un grande risparmio idrico, perché è in grado di assorbire una maggiore quantità d’acqua, rilasciarla più lentamente rispetto al terriccio.

Infine, quando scegliamo l’idrocoltura, aiutiamo a ridurre il rischio di malattie e parassiti dannosi per le piante.

Ecco cosa serve per l’idrocoltura

Per questa tecnica sono necessari pochi ma materiali, ma decisamente indispensabili: un portavaso, idrovaso, un indicatore di livello, il substrato di ancoraggio e la soluzione nutritiva.

Vediamo nel dettaglio a cosa servono.

  • Il portavaso sara’ il contenitore ornamentale.  Non ha fori di drenaggio, e al suo interno viene inserito l’idrovaso.
  • L’idrovaso, o vaso per idrocoltura, è il contenitore più piccolo, costituito da plastica trasparente e con numerosi fori sulla superficie. L’idrovaso serve a contenere la pianta e il substrato. In alternativa, possiamo usare i classici vasi in vetro.
  • L’indicatore di livello ha il compito di monitorare la quantità d’acqua presente nel vaso. La scala graduata indica il livello minimo e massimo, segnalando quando è necessario irrigare le piante. Nel caso di un portavaso di vetro trasparente, possiamo monitorare  il livello dell’acqua senza l’utilizzo dell’indicatore.
  • Il substrato di ancoraggio, o l’argilla, è l’elemento che ha il compito di sostenere l’apparato radicale della pianta e consente l’aerazione delle stesse radici. In alternativa all’argilla possiamo usare del lapillo vulcanico, poiché è ricco di minerali.
  • Per quanto riguarda la soluzione nutritiva, dev’essere di tipo specifico per l’idrocoltura. Per nessun motivo deve essere usato il comune concime per le piante d’appartamento, perché può inquinare l’acqua e dare alle radici una quantità eccessiva di sali, intossicandoli.

Mettere a dimora la pianta nell’idrovado

Adesso possiamo “piantare” la pianta interessata. Per iniziare, la specie è già in vaso di terra, bisogna estrarla, liberare con estrema delicatezza le radici dalla terra. Dopo di che vanno immerse in acqua tiepida per pulirle bene. L’idrovaso va riempito per circa 2 cm con i granuli di argilla espansa. A questo punto andiamo a collocare la pianta e ricopriamo delicatamente le radici con altra argilla, in modo da renderla stabile.

A questo punto versiamo acqua distillata nell’idrovaso per circa un terzo, cosicché arrivi a bagnare lo strato inferiore dell’argilla. Anche il vaso esterno va riempito con un sottile strato di argilla, ricordando anche di inserire l’indicatore di livello. Per finire, versiamo l’acqua nel portavaso fino a raggiungere il livello massimo dell’indicatore.

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