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La storia dell”euro è iniziata non “improvvisamente” ma come naturale conseguenza di uno sforzo condiviso dalle nazioni fondatrici dell’Eurozona, che hanno portato alla sublimazione dell’idea di unicità che si applica anche alla monetazione. Com’è noto buona parte delle nazioni europee ha adottato la valuta unica a partire dal 2002, come nel caso della Germania, Francia, Spagna ed Italia, paesi che hanno visto l’espansione della zona euro in altre nazioni, ciò ha portato alla diffusione delle nuove monete e banconote in oltre 30 nazioni.
Dal punto di vista collezionistico tutto ciò ha aumentato il numero di esemplari da collezione, ed anche una comune moneta da 1 euro può valere molto.

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La Germania è tra i membri fondatori del concetto di Unione Europea, quindi di riflesso anche dell’euro. Come per il nostro paese anche in Germania si fa ricorso all’euro dal 1° gennaio 2002, che ha sostituito il marco tedesco.

Le monete coniate rispetto ad altri paesi presentano una differenziazione in quanto non sono coniate da un’unica zecca, ma in varie disposte in altrettante città. Per questo motivo le monete da 1 euro tedesche, riconoscibili per la presenza dell’aquila araldica, simbolo della Germania da diversi secoli presentano anche una lettera, che può essere A, D, F, G, J, disposto in piccolo a fianco dell’anno di coniatura.

Questo elemento è importante per verificare la presenza di una moneta rara, in quanto non tutte le città sono disposte allo stesso numero di esemplari, per tutti gli anni.

Un esempio sono le monete del 2004, che riportano il segno della Zecca di Stoccarda (F) e il segno della Zecca di Karlsruhe (G), molto più rare perchè hanno fatto parte dei kit divisionali, ossia edizioni limitate in confezioni apposite per i collezionisti.

In sostanza, se troviamo uno di questi esemplari, provengono sicuramente da qualche collezione, e diversi venditori hanno messo all’asta alcuni pezzi per importi elevatissimi, anche se la reale valutazione è di 200 – 250 euro.

1 euro

 

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