Alzheimer: secondo i dottori questo è il primo sintomo, ecco lo studio

Se tutte le malattie tendono in linea di massima a spaventarci, quelle “invisibili” a lungo, e che riguardano la capacità cognitva appaiono particolarmente difficili da gestire, in modo particolare da  parte delle persone che hanno a che fare con chi soffre di queste malattie, che corrispondono almeno nella  metà dei casi, al morbo di Alzheimer.

Alzheimer: secondo i dottori questo è il primo sintomo, ecco lo studio

La malattia di Alzheimer è stata diagnosticata per la prima volta da un medico che ha “dato” il proprio cognome a questa progressiva forma di decadimento della cosiddetta “materia grigia”, nello specifico dei neuroni, che provoca una graduale e purtroppo irreversibile perdita delle capacità mentali, passando dalla completa forma di indipendenza e fino alla scomparsa del soggetto.

Non esiste una vera e propria cura, anche perchè le ragioni che sono alla base della maggior parte delle forme di demenza sono ancora oggi sconosciute o perlomeno non individuabili in una ragione assoluta, anche se i diversi studi recenti hanno evidenziato in una delle cause principali il mancato sviluppo dovuto ad un’alterazione del metabolismo di una proteina, ossia il precursore della beta amiloide.

Nel caso dell’Alzheimer, si tratta di una condizione spesso inizialmente diagniosticata in ritardo in quanto essendo percepita come malattia che tende a manifestarsi in un’età media piuttosto avanzata, i sintomi sono quasi sempre, almeno all’inizio, percepiti come la normale manifestazione dell’età non più verdissima e quindi considerati parte della vecchiaia.

Il primo, e più diffuso sintomo iniziale corrisponde alla perdita della memoria a breve termine che è anche una delle condizioni spesso prese sottogamba da parte di chi tende a sottovalutare l’inizio evidente del morbo, che inevitabilmente porta anche alla progressiva incapacità o difficoltà di effettuare le operazioni quotidiane, fino all’impossibilità di riconoscere anche i volti dei propri familiari e conoscenti.

Diversi trattamenti oggi permettono quantomeno di rallentare il decorso della malattia.

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