Una buona parte della popolazione generale non ha un eccellente rapporto di fiducia verso gli istituti bancari, molto spesso non casuale, ma conseguente a trascorsi non esattamente “positivi” corrispondenti a problematiche e fallimenti spesso inerenti allo stato. In questo specifico contesto di poca fiducia, anche varie crisi nazionali ed internazionali hanno provocato una forma di crisi che pur proveniendo in larga parte da lontano, tende anche ad influenzare le banche europee.
Cosa sta succedendo alle banche europee? Parola all’esperto
I sistemi bancari tra quelli statunitensi e quelli legati al contesto europeo restano interconnessi per una lunga serie di motivazioni, culturali ed economiche, ma anche politiche.
Il recente crack della Silicon Valley Bank, una delle banche maggiormente floride del contesto statunitense ha avuto un effetto a dir poco dirompente in senso negativo anche per le varie borse valori d’Europa, che hanno segnalato delle forti perdite.
Le autorità della BCE, la Banca Centrale Europea, hanno immediatamente risposto in modo “conservativo”, anche per proteggere i propri interessi, fattore che però non è servito a ridurre le perdite di svariate decine di miliardi, a partire dalla crisi profonda di Credit Suisse che ha dovuto fare ricorso alla liquidità di emergenza.
Ma quali sono rischi per le banche europee? Le condizioni più difficili sono state manifestate, nel contesto BCE, da quelle banche che fanno ampio ricorso ai titoli di stato, come le obbligazioni, in Italia è Bper che ne fa ricorso per cifra il 14% degli attivi totali. In linea di massima però, per quanto riguarda ai depositi e gli investimenti, ci sono sufficienti assicurazioni che dovrebbero mettere al riparo da problematiche di sorta.
Nessun rischio quindi per chi fa parte di Bper e di qualsiasi altro contesto finanziario, sia italiano che europeo, ricordando in ogni caso di attenzionare la situazione legata ai propri risparmi settimana per settimana.
