Novità, ecco il biocarburante ENI: cosa cambia?

Il contesto energetico è divenuto un argomento di primo piano nel 2022  come lo è stato la sanità pubblica durante il contesto del Covid, in quanto per energia si fa riferimento anche ai carburanti che sono a dir poco fondamentali per qualsiasi ordinamento tradizionale, non a caso è stato concepito un  bonus benzina che ha ridotto sensibilmente il costo in aumento dei principali carburanti. Trovare risorse da raffinare per le nostre automobili ma in generale per la quasi totalità dei mezzi a motore è qualcosa di indispensabile, anche se le alternative iniziano a diventare realtà, come il biocarburante che proprio in questo periodo, sviluppato in una versione specifica e “speciale” da ENI ha già attirato le attenzioni.

Novità, ecco il biocarburante ENI: cosa cambia?

Il concetto di biocarburante non è nuovo in realtà, in senso assoluto, in quanto già in altre parti del mondo seppur in maniera più o meno limitata, è d’uso comune  fare ricorso al carburante che dietro raffinazione “proviene” da risorse che non sono le tradizionali fossili.

La necessità di adottare forme di sostentamento di carburanti rinnovabili, unita al costo ed alla penuria di risorse fossili hanno portato anche grandi aziende come ENI a sviluppare forme di alternative come il diesel “bio” concepito da Eni Sustainable Mobility prodotto con 100% di materie prime rinnovabili, chiamato HVOlution, è in vendita in 50 stazioni di servizio Eni e sarà disponibile a breve in circa centocinquanta stazioni di rifornimento dislocate nel nostro paese.

Questo viene realizzato a partire dalla lavorazione di materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non rilevanti dal punto di vista alimentare.

Il prodotto, giunto alla distribuzione dopo il processo di raffinazione ad opera delle raffinerie di Venezia e Gela, deriva da un  investimento iniziale datato 2014, che proprio nelle scorse settimane ha portato alla luce la bontà del progetto.

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