Nessuno lo sa, ma mangiare il prosciutto crudo fa male: ecco i casi

L’Italia è indiscutibilmente la nazione che in linea di massima viene associata alla comune tradizione del cibo in quanto da secoli interi le tipologie di prodotti alimentari più famose sono state concepite proprio nel nostro paese. In particolare produzioni come gli insaccati come prosciutto cotto e crudo riescono ancora oggi a costituire una ampia categorizzazione di questi alimenti, che da tempo sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dal punto di vista nutrizionale e salutare: ma quando il prosciutto crudo fa effettivamente male?

Nessuno lo sa, ma mangiare il prosciutto crudo fa male: ecco i casi

Si tratta per l’appunto di un salume crudo, che durante la preparazione viene sottoposta a svariati processi di speziatura, stagionatura e conservazione.

In linea di massima è il prosciutto cotto ad essere considerato il tipo più salutare tra le due versioni, o perlomeno quello che fa “meno male” dal punto di vista nutrizionale e sull’impatto sulla salute.

Questo perché il processo di preparazione è tendenzialmente maggiormente gestibile anche da un organismo non perfettamente sano. Ma il prosciutto crudo, almeno consumato saltuariamente, non è dannoso per la salute, almeno per la maggior parte dei casi.

Ciò che compromette l’aspetto salubre del prodotto è prevalentemente il sale che causa ipertensione in particolare modo per chi già soffre di questa problematica.

Dal punto di vista calorico non sussistono reali grandi differenze tra le due varianti anche se è meglio optare per varianti non eccessivamente salate, preferendo quelle dolci che naturalmente sono meno sottoposte a salatura.

Il prosciutto crudo non è invece indicato per le donne in stato interessante, in quanto come ogni alimento non sottoposto a cottura paventa il rischio di toxoplasmosi, una malattia che tende ad essere particolarmente grave per il feto.

In tutti gli altri casi la variante cruda può essere consumata con una frequenza non eccessiva.

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