Pochi ortaggi sono così diffusi e “duttili” in cucina come le patate, che introdote in Europa a partire del 15° secolo, hanno inizialmente faticato ad imporsi nell’alimentazione tradizionale per molti anni, diventando poi in corrispondenza di alcuni eventi importanti, addirittura fondamentali. Le patate corrispondono a tuberi che crescono sotto terra ed in particolari condizioni tendono a germogliare anche dopo la raccolta, ma cosa succede se si mangiano le patate germogliate?
Patate germogliate: ecco svelato cosa accade se le mangi!
Si tratta in sostanza di un sistema “difensivo” da parte dei tuberi, che restano biologicamente attivi anche dopo essere stati raccolti, che agisce attraverso la solanina. Questa viene attivata in condizioni di luce ed umidità in diminuizione, e serve ai tuberi per tenere a distanza i parassiti. Per questo motivo la solanina, che tende a sviluppare questo effetto in modo specifico nella parte esterna fa diventare la buccia verde oltre a manifestare una crescita sensibile dei germogli.
Il nostro organismo riesce a tollerare una quantità minima di solanina, quindi mangiare le patate germogliate non è qualcosa di impossibile, ma è consigliabile solo quando i germogli non sono troppo estesi e in caso di buccia comunque abbastanza soda.
Se questa al contrario si presenta raggrinzita, è meglio gettare il tubero, in quanto consumare una patata oramai ammuffita e “vecchia” può provocare gli effetti collaterali tipici dell’intossicazione alimentare.
Anche la cottura non serve ad eliminare totalmente gli effetti della solanina che è capace di resistere a temperature molto elevate.
Per evitare di far germogliare le pataate è sempre consigliabile tenerle in luoghi adatti, al buio lontano da luce e fonti di calore ed evitando magari di tenerle tutte ammassate fra di loro ma un minimo distanziate, ed anche la temperatura non deve essere mai superiore agli 8 °C.
E’ anche una buona idea disporre alcune mele accanto alle patate: questi frutti rallentano la produzione di solanina e dei germogli.