Il mondo dei videogiochi non smette mai di evolversi e di alimentare l’intero settore dell’intrattenimento. All’inizio degli anni 2000 si iniziava a parlare sempre più insistentemente del multiplayer online e una volta intuito come sfruttare la rete le possibilità del gaming si sono letteralmente moltiplicate. I browser game permettono agli utenti di giocare a distanza senza dotarsi di una strumentazione specifica e alcuni giochi che un tempo venivano praticati solo di persona hanno conosciuto una nuova identità online, come si può notare ad esempio su un sito di bingo. Di recente si è arrivati persino a implementare la realtà virtuale e il 3D nel gaming.
Da diversi anni uno dei fenomeni che ruotano maggiormente intorno alla sfera videoludica è però quello dell’exergaming, che riguarda un tipo di giochi che si propongono di unire il divertimento all’esercizio fisico vero e proprio. In buona sostanza, per impartire dei comandi da vedere tradotti sullo schermo sono necessari movimenti del corpo o comunque delle reazioni fisiche. Se in passato ci si lamentava del fatto che i videogiochi rendessero i ragazzi troppo sedentari, con l’exergaming questa diceria decade del tutto. Non sono pochi gli addetti ai lavori che ritengono che gli exergames possano favorire uno stile di vita molto più salutare.
L’esperimento fu tentato già negli anni ‘90 attraverso “Dance Dance Revolution” della Konami, un cabinato dalla struttura molto particolare, dal momento che era dotato di una piattaforma con tanto di sensori sui quali i giocatori si dovevano muovere a tempo. L’exergaming ha iniziato a diventare molto più popolare grazie alla Nintendo e nella fattispecie con l’uscita della Wii: uno dei titoli di punta era infatti “Wii Fit”, che attraverso periferiche come il Wiimote, il Nunchuck e soprattutto la Balance Board, il cui funzionamento esulava da quello dei classici controller, i giocatori potevano di fatto allenarsi davanti allo schermo della tv tra esercizi muscolari, esercizi aerobici e giochi di equilibrio.
Gli exergames impongono di muoversi fisicamente come parte dell’esperienza di gioco. Di conseguenza è richiesto di saltare, piegarsi o correre sul posto. I vari movimenti possono essere tracciati per mezzo di telecamere o dispositivi indossati dai giocatori stessi, ma esistono anche giochi che spingono all’attività fisica senza artifici di sorta. Si pensi ad esempio al fenomeno mediatico “Pokémon Go”, l’app che ha spopolato nell’estate del 2016 proponendo ai giocatori di catturare in giro i mostriciattoli virtuali semplicemente usando il proprio smartphone. Spesso questo tipo di giochi indica però degli obiettivi molto più precisi, come la perdita di peso o il miglioramento della forza muscolare, invitando ad un’attività fisica costante. L’esercizio fisico diventa così molto più accessibile e divertente, in quanto può essere effettuato comodamente da casa e in compagnia, coinvolgendo più fasce d’età tra gli utenti.
A livello cognitivo gli exergames riescono a stimolare alcuni aspetti come la consapevolezza spaziale e la comprensione delle relazioni causa-effetto. Spesso e volentieri questo tipo di attività viene promosso anche nelle strutture ospedaliere, così da incentivare i pazienti al recupero delle loro abilità motorie. Non è però tutto oro ciò che luccica. L’exergaming potrebbe presentare anche qualche aspetto negativo per alcuni giocatori, specie se i movimenti richiesti risultano troppo rapidi o complicati. Prima di mettersi all’opera è comunque consigliata una fase di riscaldamento. Il rischio è quello di incorrere in infortuni o cadute. Nei titoli basati sulla realtà virtuale, inoltre, alcuni soggetti potrebbero soffrire di vertigini a causa della divergenza tra il movimento che si percepisce nel gioco e la mancanza di movimento fisico equivalente nel mondo reale.