Raccolta della plastica: ecco cosa non devi buttare

Tutti i materiali sono riciclabili grazie alla raccolta differenziata, ma la plastica è forse la materia prima che meglio si presta per un riciclo quasi completo anche se occorre fare attenzione al tipo.  il metodo più efficace per lo smaltimento dei rifiuti in plastica è il riciclo, che però è possibile solo per alcuni tipi di plastica.

Raccolta della plastica: cosa non buttare

L’attenzione all’emergenza ambientale non è più soltanto una realtà opzionale per la società moderna, ma una prerogativa. Tutti i paesi del mondo si stanno sensibilizzando per tutelare l’unico pianeta che ci appartiene: la terra. Per salvaguardare il benessere del nostro mondo e trovare soluzioni su come ridurre l’inquinamento, non solo appaiono necessarie normative specifiche, ma soprattutto un impegno di ogni singolo soggetto ad essere parte attiva nella raccolta differenziata. Le tipologie di plastica riciclabile, attraverso la raccolta differenziata, sono soltanto sette. Si riconoscono attraverso un codice contenuto nella confezione: PET, HDPE, PVC, LDPE, PP,PS, altri.

Il materiale più diffuso è il PET, con il quale sono realizzate, per esempio, le bottiglie che contengono l’acqua minerale. Ad ogni modo, la plastica presenta delle differenziazioni. Anche se alcuni oggetti possono essere costituiti da materiale plastico, in realtà non sono imballaggi e non sono inseriti nell’apposita raccolta. Questi, in particolare sono: posate, giocattoli, appendiabiti, prodotti in gomma (tubi, oggetti vari ecc.), borse e zainetti, bidoni e cestini portarifiuti, spazzolini e rasoi, accendini. E ancora, imballaggi in cui la plastica è accoppiata ad altri materiali (plastica e alluminio, plastica e carta), siringhe, articoli casalinghi (mestoli, tazze ecc.), complementi d’arredo.

Seguono inoltre, posacenere e portamatite, cartelle porta documenti, componentistica ed accessori per auto-musicassette e video-cassette, bacinelle, tutti quegli imballaggi che contengono residui di sostanze pericolose (vernici, colle, ecc.). La plastica non riciclabile va buttata, quindi, nella raccolta indifferenziata o nel secco e va, quindi, gestita come rifiuto indifferenziato. Solitamente, grazie ai termovalorizzatori i rifiuti non differenziati, sono bruciati per recuperare energia, ricavare combustibili alternativi utilizzabili nell’industria e nella produzione di energia termoelettrica.

Questo avviene anche quando buttiamo la plastica non riciclabile nella plastica: il 40% della plastica gettata nei bidoni della differenziata risulta infatti non riciclabile, e viene recuperata e riutilizzata in questa maniera. La plastica non è biodegradabile e dunque ha tempi di smaltimento biblici.

La plastica guai se va a fuoco perché emette sostanze tossiche, a partire dalla diossina. Se ne produce, una quantità enorme: 35 miliardi, ogni anno. E’ importante comprendere quanto sia importante, per la nostra salute e per il nostro benessere, fare bene la raccolta differenziata della plastica.

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