Se soffri di reflusso, non mangiare questi cibi o starai male: ecco quali

Il reflusso gastrico, per chi non lo sapesse, consiste che nella risalita del contenuto dello stomaco in direzione dell’esofago. In genere si rivela in età adulta, fra i trenta e i cinquant’anni. In Italia colpisce una persona su tre, e la eventualità di manifestazione del reflusso accresce con l’avanzare dell’età.

Se soffri di reflusso, non mangiare questi cibi o starai male: ecco quali

Parecchio frequente è anche il reflusso gastroesofageo nel neonato e tramite la gravidanza. Entro alcuni limiti tale disturbo è fisiologico e la misura di acido che risale nell’esofago, di solito dopo i pasti, è limitata, e pertanto non determina caratteristici problemi.

Ma esibisce in ogni caso dei sintomi che possono risultare parecchioseccanti, ragion per cui è indispensabile prendersi cura di questa specie di ‘disfunzione’ della valvola che lega lo stomaco all’esofago. Il sintomo principale associato al reflusso gastroesofageo è la sensazione di bruciore, avvertita nella parte più elevata dell’addome, e dietro lo sterno.

A questa possono essere associati rigurgiti acidi, fino al ritorno di cibo in bocca. La più grande parte delle persone può avere accidentalmente questi disturbi dopo pasti alquanto abbondanti, ma nel momento in cui divengono frequenti, circa più di due volte alla settimana e, soprattutto, influenzano negativamente la sensazione di benessere, si parla di vera e propria “patologia”.

Per ostacolare il reflusso gastroesofageo è indispensabile escludere, o in ogni caso diminuire al minimo, tutte le sostanze che stizziscono lo stomaco, che lo spingono a produrre più succhi acidi. Importante poi evitare: alimenti confezionati già pronti, quasi sempre esageratamente conditi con grassi, fritture di tutti i tipi, condimenti a base di panna e burro, strutto, margarina.

Anche le cotture lunghe come bolliti, ragù, stracotti vanno evitate. Il grasso delle e dei prosciutti ed infine ovviamente i superalcolici. Se si sospetta un reflusso gastroesofageo, il medico comanda solitamente una terapia con inibitori di pompa protonica per diminuire i sintomi, ma nei pazienti in cui questa terapia non funziona, o se accusano gli stessi sintomi alla sospensione della terapia, necessitano indagini più approfondite.

reflusso esofageo

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