Praticamente da sempre le varie monete messe a disposizion dalle varie nazioni, antiche quanto moderne riflettono al 100 % la condizione economica, politica oltre che sociale di una specifica realtà. E’ il caso anche del nostro paese, che fin dallo sviluppo dell’Unità nazionale dell’Italia unificata. Tra le varie lire che sono state comuni nel corso della storia particolarmente curiose sono quelle che sembrano presentare il profilo del Duce, ossia Benito Mussolini, dittatore durante il regime fascista dell’omonimo ventennio.
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Una raffigurazione di un uomo in elmetto militare è infatti tipica tra le immagini di propaganda del tempo, ed anche su alcune monete alcune emissioni sembrano riportare la medesima forma di emissione.
In realtà anche durante il regime l’Italia ha mantenuto una struttura almeno formalmente monarchica, quindi il volto di Mussolini risultava essere presente non sulle emissioni monetarie ufficiali ed in corso di valore, mentre il volto del duce è stato a lungo utilizzato per medaglie ed altre emissioni non economiche.
Esistono però alcune monete di un uomo con un elmetto simile, si tratta però del re Vittorio Emanuele III, sovrano per d’Italia fino al 1946, anno in cui ha abdicato in favore del figlio, a pochi mesi dalla fine della monarchia.
Le lire “cappellone”, come sono anche chiamate spesso riconosciute con il volto del re sono le 20 lire sviluppate nel 1928, per celebrare i 10 anni dalla vittoria della prima guerra mondiale, emissione piuttosto rara, realizzata comunque almeno nominalmente in circa 3,5 milioni di pezzi.
Da una parte il volto di Vittorio Emanuele III munito di elmetto, dall’altra un fascio littorio con testa di leone, per una emissione che ha un valore medio di 500 euro se in eccellente stato, fino a €900 se in Fior di Conio, anche se alcuni esemplari sono stati venduti all’asta anche ad importi più sostanziosi, superando i €1500.
