L’acqua è vita. Ma bere tutti alla fonte non è possibile. Pertanto negli ultimi 50 anni è aumentato in maniera esponenziale il consumo di acqua imbottigliata, dapprima venduta in PVC e in seguito in PET ossia il polietilene tereftalato.
Il consumo delle acque minerali è un enorme commercio, e anche uno dei motivi più rilevanti di inquinamento sia da plastica che per l’aria. Questo perché per trasportarla ci sono moltissimi camion che percorrono periodicamente tutta l’Italia.
Inoltre, le bottiglie PET, non possono essere riutilizzabili e quindi si devono buttare. Questo perché possono contenere. Oggi però parleremo di un argomento molto importante, ovvero la scadenza dell’acqua in bottiglia e cosa succede se la si beve.
Cosa succede se si beve l’acqua scaduta? Nessuno ne parla, ecco la risposta
L’acqua in bottiglia ha una scadenza che va a stabilire fino a quando l’acqua non varia le sue caratteristiche, anche se essa in realtà non scade mai. Per questo motivo su di esse troviamo il Termine Minimo di Conservazione che appunto ci indica la data in cui non vengono alterate le sue proprietà.
Il TMC muta in genere da 12 a 24 mesi. Ciò vale ovviamente se la bottiglia resta integra e viene mantenuta nella maniera giusta. È di conseguenza importante ossequiare le buone norme di conversazione dell’acqua, che valgono sia per i recipienti di vetro che per quelli in plastica.
L’acqua minerale comprende sempre misure limitate di microrganismi non patogeni, che a contatto con luce e calore potrebbero riprodursi, cambiando le caratteristiche organolettiche dell’acqua, quindi il suo sapore e colore.
Trasformazioni di tale tipo sono tuttavia facilmente rilevabili e molto sporadicamente risultano nocive per l’organismo; è quindi poco possibile che i sintomi di malori siano legati alla bevuta di acqua scaduta. Pertanto possiamo concludere che se nella sfortunata ipotesi consumassimo acqua scaduta, non ci sono effetti collaterali da segnalare.
