Ecco perché i mandarini fanno male: la rivelazione scioccante

I mandarini costituiscono una delle principali tipologie di agrumi del genere Citrus assieme al cedro ed al pomelo, che a loro volta rappresentano degli incroci. Per questo motivo i mandarini, a lungo impiegati anche come pianta ornamentale, costituiscono una delle varianti di questa tipologia di pianta da frutto più antiche in assoluto nonchè una di quelle più apprezzate. Ma mangiare mandarini più fare male?

Ecco perché i mandarini fanno male: la rivelazione scioccante

Come molti altri agrumi, proviene dalla Cina, ed è arrivato in grandi quantità con l’inizio delle grandi esplorazioni, a ridosso del 15° secolo, per affermarsi anche in mercati come quello americano, dove sono coltivate prevalentemente due varianti di origine giapponese, giunte nel continente alla fine dell’Ottocento. I mandarini sono anche molto utilizzati in erboristeria ed in altri ambiti officinarli fin dai tempi antichi, oggi si ricava anche un apprezzato e diffuso olio essenziale.

Come altre varianti anche i mandarini sono tendenzialmente molto utili in quanto poco calorici, in quanto ricchi di acqua ma allo stesso tempo in grado di apportare un elevato quantitativo di sali minerali e vitamine, che rappresentano la “base” nutrizionale per praticamente ogni forma di organismo.

I mandarini sono particolarmente utili come “dopo pasto” ma anche come merenda vera e propria in quanto estremamente utilizzati per ridurre gli effetti della cistite in quanto in grado di avere un effetto drenante. Importante come per le arance un apporto importante di vitamina C, che rende questa varietà di agrumi particolarmente importante per il sistema immunitario.

Il consumo non è invece consigliato anzi può essere particolarmente dannoso in caso di gastrite e acido ascorbico, ed anche chi ha problemi di fegato potrebbe contrarre alcune difficoltà e dolori diffusi.

La dose media al giorno di mandarini da consumare non dovrebbe superare i 4-5, in quanto quantità maggiori possono incidere anche negativamente sull’intero contesto digestivo.

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