L’arrivo dell’euro ha per forza di cose modificato in modo permanente e non senza diversi effetti “collaterali” anche sulla politica le abitudini di milioni di persone nell’intero continente, e se dopo oltre due decadi dalla prima diffusione di queste monete e banconote la situazione appare migliore come “assimilazione”, questo è stato anche possibile, in parte, dall’elevata varietà di monete come quella da 1 euro con l’uomo vitruviano, che hanno reso le emissioni comunitarie maggiormente “integrate” con la tradizione locale.
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L’Uomo vitruviano infatti è una importante opera di Leonardo Da Vinci, uno dei geni del Rinascimento: la zecca di Roma attraverso le indicazioni dell’allora Ministro dell’Economia Ciampi ha deciso di utilizzare questa raffigurazione fortemente simbolica, anche per simboleggiare il ruolo del denaro, che però è comunque “passiva” rispetto a quella dell’uomo, considerato come “misura di tutte le cose”.
Si tratta quindi di un’emissione molto comune, la versione da 1 euro più facile da trovare in Italia, non per questo però non mancano gli esemplari interessanti: infatti alcuni errori di conio corrispondenti proprio a questa emissione hanno reso l’uomo vitruviano sulle monete da 1 euro maggiormente ambite e di riflesso, anche più presenti sui vari siti di aste online.
Alcuni esemplari infatti sono stati messi in vendita anche per importi superiori ai 10 mila euro, in quanto muniti di dettagli presenti o mancanti rispetto al tradizionale modello, che comprende uno dei due lati dell’emissione con la raffigurazione dell’uomo vitruviano, con sui due lati l’anno di coniatura e la R che indica la zecca di Roma, la capitale.
Su alcuni esemplari (anche se non è semplice comprendere quanti sono) queste due emissioni risultano essere mancanti, condizione che ne aumenta la rarità, anche se come accennato, gli errori di conio non sempre sono effettivamente interessanti dal punto di vista collezionistico.
