Certamente sinonimo della poca voglia di cucinare, il tonno in scatola è senza dubbio quell’alimento sempre presente sulle tavole degli italiani. Di recente esso è però finito sotto accusa per via della troppa presenza di una sostanza, chiamata mercurio, nella sua carne anche se comunque resta ugualmente un alimento sicuro, affidabile e ben valido anche a livello nutrizionale.
Tonno fresco o tonno in scatola? Beh, sappiamo bene quanto il cibo in scatola si ritrovi spesso sotto accusa eppure non possiede caratteristiche nutrizionali peggiori di quello fresco. Le tecniche di conservazione che vengono utilizzate per inscatolare l’alimento consentono il perfetto mantenimento di tutte le sue caratteristiche nutrizionali che sono simili a quelle del tonno fresco.
Entrambi questi prodotti sono abbastanza ricchi di proteine nobili e il tonno in scatola ne contiene addirittura una quantità maggiore. La stessa identica cosa vale anche per quanto riguarda l’apporto degli acidi grassi e degli omega 3, che risultano alquanto preziosi per la salute del cuore, per le vitamine e per i sali minerali.
Ma allora il tonno in scatola fa male all’organismo?
Questo alimento risulta sicuramente ideale per l’alimentazione di chi pratica tanto sport dato che possiede un elevato contenuto di proteine nobili ed ecco, quindi, perché è al vertice degli alimenti da preferire per migliorare il tono ed anche l’efficienza delle nostre masse muscolari. Le proteine nobili apportano, infatti, una quantità di amminoacidi essenziali e non essenziali che sono ideali per ottenere ed incrementare la propria sintesi proteica.
Tutto questo garantisce il tono e l’efficienza di tutto l’apparato locomotore e, esattamente al pari di tutti gli altri pesci, il tonno è un importante fonte di lisina, ovvero un amminoacido ricco di iodio, che risulta essere perfettamente indicato per la dieta dello sportivo o di chi è nella fase della crescita. Essendo in più ricco di vitamine e di sali minerali esso ha un potere antiossidante e riesce a contrastare i processi dell’invecchiamento.
Naturalmente davvero scarso di grassi, il tonno riesce a fornire un modesto apporto lipidico che cambia da 0,3 grammi per 100 grammi del tonno in salamoia a 10 grammi per 100 per il tonno conservato sott’olio. Gli acidi grassi polinsaturi omega 3 hanno inoltre degli effetti benefici su tutto l’apparato cardiovascolare e riescono ad abbassare notevolmente il colesterolo cattivo.
Tonno in gravidanza: si o no?
Beh, tutti i pesci e i frutti di mare possono contenere del metilmercurio e i pesci predatori possono accumularne anche livelli più alti. Alle donne in gravidanza risulta quindi sconsigliato consumare più di due porzioni di tonno a settimana anche se è comunque sempre soggetto a molteplici controlli soprattutto per quanto riguarda eventuali livelli di mercurio. I controlli interni hanno però evidenziato che i valori di mercurio sono di gran lunga inferiori a quelli imposti dalla legislazione dell’Unione europea e italiana.