Il limite, spesso definito “tetto” sui pagamenti è divenuto qualcosa di estremamente popolare e discusso, fonte di argomentazioni ed opinioni anche per chi non ne fa una reale differenza in senso pratico, limite che però viene modificato spesso in modo molto “Politico” dai governi che sono pronti a susseguirsi con costanza.
Quali sono i limiti sui contanti nel 2023? Ecco le novità
Ma perchè i limiti sui contanti sono così importanti? E’ prima di tutto un modo pratico per decidere di limitare in maniera più o meno importante la circolazione di “ampio respiro” della moneta cartacea, solitamente quella ancora più frequente ma che continua ad avere il problema della scarsa tracciabilità e poca praticità, oltre ad essere considerata anche più costosa per lo stato.
Di contro il denaro elettronico, anch’esso oramai molto diffuso sta gradualmente sostituendo anche per le piccole e medie transazioni proprio le banconote e le monete, anche se l’Italia è un po’ indietro alle altre nazioni europee.
Il limite ha iniziato a ridursi a partire dallo scorso decennio ma ha subito anche dei rincari in base alle decisioni del governo di turno, gli ultimi in particolare, come il Conte II e Draghi che hanno confermato il limite di 2000 euro.
Ciò significa che è “lecito” utilizzare pagamenti anche in contante entro questa soglia per pagare oppure da utilizzare come trasferimento tra parti, mentre un importo maggiore necessita obbligatoriamente l’uso di un qualsiasi tipo di strumento “tracciabile” di pagamento, come può essere il bonifico, la ricarica di una prepagata e simili.
Il governo Meloni ha aumentato il limite a 5000 euro mantenendo però i crismi e le limitazioni già esistenti, come le sanzioni pecuniarie per chi eserciti pagamenti e trasferimenti di denaro di importo superiore alla soglia, il tutto è stato reso ufficiale attraverso l’ultima legge di bilancio come evidenziato dall’art. 1, comma 384 della Legge 29 dicembre 2022 n. 197 (cd. Legge di Bilancio 2023.