Aumenti in busta paga da Luglio 2023: a chi spettano? “Pazzesco”

Il Decreto Lavoro, approvato il 1° maggio dal Consiglio dei Ministri, porta con sé una nuova riduzione del cuneo fiscale sulle retribuzioni medio-basse, incrementando di conseguenza il salario netto dei lavoratori dipendenti. A partire dal 1° luglio, sarà attivato uno sconto aggiuntivo sui contributi previdenziali, il quale si protrarrà fino a dicembre e si tradurrà in una busta paga più consistente. Tale abbattimento temporaneo si aggiunge a quello già previsto dalla manovra, che spetta per l’intero anno ai dipendenti rientranti in specifiche fasce di retribuzione. Nel complesso, ciò si traduce in un aumento mensile di circa 80-100 euro nelle tasche dei lavoratori.

A chi spettano gli aumenti in busta paga dal mese di luglio 2023?

La misura si applica ai dipendenti che hanno un contratto di lavoro subordinato, inclusi i lavoratori con contratti di apprendistato e quelli impiegati nel settore agricolo, presso sia datori di lavoro pubblici che privati. Tuttavia, i lavoratori domestici sono esclusi da questa iniziativa. È compito del datore di lavoro verificare mensilmente se i requisiti sono soddisfatti. Gli effetti concreti di questa misura saranno percepibili a partire dal mese di luglio, il che significa che, nella maggior parte dei casi, gli importi aggiuntivi verranno inclusi nello stipendio accreditato ad agosto. È importante sottolineare che lo sgravio fiscale avrà una scadenza a fine anno. Tuttavia, il governo ha manifestato l’intenzione di trovare le risorse necessarie per prorogare tale misura, dimostrando così l’impegno nel fornire un sostegno continuativo ai lavoratori.

Aumentano le prospettive salariali: scopri quanto guadagnerai in più

Un’analisi approfondita mostra come il nuovo decreto influirà positivamente sulle retribuzioni dei lavoratori. Prendiamo ad esempio una retribuzione annua di 10mila euro lordi, che si traduce in circa 780 euro netti al mese. Grazie alla manovra in atto, è previsto un aumento di circa 19 euro al mese. Ora, a questa cifra si aggiungono ulteriori 25 euro, portando l’aumento complessivo a quasi 45 euro mensili. Per coloro che percepiscono una retribuzione lorda di 15mila euro, l’incremento sarà di 67 euro al mese. Per chi guadagna 20mila euro lordi all’anno, l’aumento si attesterà intorno ai 77 euro mensili.

Infine, per coloro che hanno un reddito annuo di 25mila euro, l’incremento sarà di 96 euro al mese. Tuttavia, bisogna considerare che gli effetti del taglio saranno meno significativi per le retribuzioni lorde comprese tra 25mila e 35mila euro. Ad esempio, per un reddito annuo di 30mila euro, è previsto un incremento di circa 91 euro al mese, mentre per coloro che guadagnano 35mila euro, l’incremento sarà di circa 98,5 euro mensili. Al momento, non sono previsti sconti contributivi per retribuzioni superiori a questa soglia. Tuttavia, è importante tenere d’occhio eventuali future modifiche che potrebbero ampliare i benefici anche per tali fasce salariali.

 

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Grazia Benfante
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