La monetazione italiana da poco più di venti anni si è legata a quella di quasi tutte le nazioni che compongono l’Europa occidentale, ossia quelle che fanno parte della cosiddetta Eurozona. L’euro in Italia ha sostituito la lira, così come ha fatto in altre nazioni, agendo come valuta “unificante” per quelle che oggi sono circa una trentina di realtà. Ogni paese ha avuto fin dall’inizio il “potere” di scegliere le proprie emissioni nell’aspetto di uno dei lati (l’altro resa identico a tutte le altre monete attive nel continente), e in Italia monete come quella da 1 euro sono riconoscibili per la presenza dell’Uomo Vitruviano. Ma quanto vale?
Quanto vale 1 euro con l’uomo vitruviano? La risposta toglie il fiato
E’ la moneta da 1 euro “tipo” in quanto emessa dalla Zecca di Roma a partire dai primi anni 2002 ed attiva dal 1° gennaio dello stesso anno. Rispetto a tutte le altre monete di altre realtà del continente, la raffigurazione non è stata scelta tramite votazione popolare ma il celebre disegno di Leonardo Da Vinci è stato selezionato da Carlo Azeglio Ciampi, ai tempi Ministro dell’Economia, in quanto fortemente simbolico con il concetto stesso di denaro applicato in modo specifico, come specificato ai tempi da quello che è diventato successivamente anche Presidente della Repubblica ossia la “moneta al servizio dell’Uomo” invece dell’Uomo al servizio del denaro.
Anche se è una emissione comunissima, esistono casi specifici in cui una emissione da 1 euro con l’Uomo Vitruviano può valere di più del valore facciale, esemplari più recenti ad esempio, coniati in quantità minori come quelli del 2019 se in condizioni perfette valgono fino a 10 euro.
Discorso diverso per i diffusi e spesso differenziati errori di conio, esemplari realizzati in genere in quantità limitate. Uno degli errori di conio tipici evidenzia alcuni dettagli diversi, come segni mancanti o presenti ripetuti, ad esempio l’anno di coniatura riportato due volte oppure assente.
E’ difficile valutare con precisione il “valore” di questi esemplari, anche se è sempre possibile metterli in vendita a cifre più alte di quelle facciali, attraverso i vari siti di aste come Ebay.