Mutui nuova casa: conviene comprare nel 2023? parla l’esperto

Con la fine del 2022 ci siamo definitivamente lasciati alle spalle i tassi sui mutui tendenti a zero, inaugurando un’epoca di mutui a tasso fisso e a tasso variabile con costi sempre più elevati, a causa dell’inflazione e delle conseguenti politiche monetarie della Bce.

Cosa accadrà a chi vuole accendere un mutuo nel 2023?

La novità con cui si è concluso il 2022 è stata la legge di Bilancio che ha previsto una norma sul passaggio dal mutuo a tasso variabile al mutuo a tasso fisso a costo zero. Oggi coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile cercano infatti di correre ai ripari. Coloro che non possono accedere ad altre soluzioni per varie ragioni, possono quindi chiedere la rinegoziazione alla banca. Nel 2023 l’acquisto di casa sarà più difficile perché il mercato della casa è in transizione per varie ragioni: scarsità di prodotto, prezzi non in ribasso, sia per l’inflazione in generale che per una stortura del mercato.

I prezzi infatti dovrebbero scendere a causa della minore domanda di credito, ma la scarsità di prodotto mantiene alti i valori. In generale non si possono fare delle previsioni certe perché, come il 2022 ci ha insegnato, basta un solo evento per cambiare tutte le carte in tavola. Guardando i dati economici oggettivi possiamo però immaginarci un 2023 con tassi in aumento, e le relative conseguenze.

Converrà aprire un mutuo per comprare una nuova casa nel 2023?

Ad oggi, per scadenze oltre i vent’anni, conviene avere un tasso bloccato, ancorché superiore a quello a cui ci eravamo abituati in questi anni. Per scadenze più brevi le differenze sono minori. Non è probabile che i tassi scendano nel 2023 perché le politiche di sostegno ai consumi che i vari governi stanno attuando continuano a mantenere alta la domanda, di fatto sostenendo i prezzi e quindi l’inflazione. Di conseguenza,  non svanisce la necessità da parte della Bce di tenere l’inflazione stessa sotto controllo aumentando i tassi.

La cosa normale, quindi, è che finché abbiamo un’inflazione elevata, i tassi dovrebbero continuare a salire, non sappiamo fino a che punto,  e che una volta che l’inflazione si sarà stabilizzata intorno al target del 2% fissato dalla Bce, l’Euribor (tasso a breve termine) dovrebbe restare al di sopra di esso, circa il 3%. Storicamente si è sempre verificato questo. In sintesi, lo scenario più probabile nel breve termine e per il 2023 è che si continui a vedere un ulteriore aumento dei prezzi dei mutui nei prossimi mesi e che si possa dire addio a tassi negativi o inferiori all’1%.

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