Il concetto di banconota oggi appartiene alla normalità conosciuta dell’ambito quotidiano ed economico anche se fino o non troppi anni fa corrispoondeva ad una concezione diversa. Solo con l’affermazione della società economica moderna i “biglietti di banca” sono divenuti oggetti dal valore riconosciuto, e quasi inevitabilmente sono divenuti anche qualcosa da collezionare, importanti per l’ambito storico di un rispettivo paese.
Trova subito questa banconota e sei ricco sfondato: ecco quale
Anche l’Italia non fa eccezione, anzi proprio a causa della differenziazione sviluppata dapprima con la lira e con l’euro poi, il nostro paese può vantare molte emissioni molto interessanti dal punto di vista puramente collezionistico.
Le banconote hanno la tendenza a degradarsi col tempo, condizione che è conosciuta e che si porta dietro una difficoltà molto maggiore rispetto alle monete nel mantenere uno stato di condizione adeguato.
Un esemplare non così antico ma molto interessante di banconota corrisponde all’ultima tipologia del biglietto da 10 mila lire, conosciuto come “Volta” essendo dedicato al celebre inventore italiano della Pila, l’antesignano di qualsiasi forma di strumento elettrico creato successivamente. Il biglietto in questione è stato concepito dal 1984 e stampato fino al 1998, per essere poi dichiarato fuori corso come tutta la lira nel 2002.
Per scoprire gli esemplari rari è essenziale far caso al numero di serie, presente in basso a sinistra di ogni esemplare.
Le banconote con Volta più rare iniziano con X, lettera che identificano le banconote sostitutive, ossia quelle sviluppate dal Poligrafico di Stato per prendere il posto degli esemplari oramai usurati.
Sono quindi più rari, ma non tutti uguali per diffusione, ad esempio quelle che iniziano per XB e le XC, che possono valere fino a 600 euro, le XD valgono dai 50 ai 400 euro a seconda dello stato di conservazione.
Le più rare sono quelle che iniziano per XA, che hanno una valutazione massima estremamente alta, pari a circa 1300 euro.
