Non mangiare mai tonno se ha questa provenienza: ecco quale

Il tonno è uno dei cibi che non scarseggia mai nelle dispense di studenti e lavoratori fuorisede. Stiamo parlando del tonno in scatola: fresco, leggero, pronto da mangiare e a lunga scadenza. Poche calorie, grassi buoni, tante proteine, il tonno è uno degli alimenti più suggeriti per le diete ipocaloriche o degli sportivi. A differenza del pesce fresco, quello in scatola si trova agevolmente in tutti i supermercati a prezzo a sufficienza racchiuso e si conserva per parecchio tempo. Sono numerosi i vantaggi successivamente. Ma è realmente un buon alimento da consumare nella propria dieta o anche il tonno in scatola fa male come diversi dicono.

Smentiamo subito il primo mito. Difatti stando agli esperti della nutrizione, è una buona alternanza al tonno fresco e può essere mangiato senza caratteristiche preoccupazioni. Attenzione però alla qualità che si sceglie e alle informazioni riportate in etichetta.

Vi sono infatti alcuni fattori che possono influire negativamente sul prodotto e renderlo meno sano rispetto a quello che si trova in pescheria. Vediamo quindi quali accorgimenti è bene tenere a mente quando si fa la spesa per evitare spiacevoli controindicazioni.

Non mangiare mai tonno se ha questa provenienza: ecco quale

Studi scientifici hanno dimostrato che, a parità di qualità, il tonno in scatola e quello fresco esibiscono i medesimi valori nutrizionali. La conservazione in scatolette o vasetti, quindi, non ne compromette le proprietà. Il tonno in scatola si rivela allora un’ottima alternativa al pesce fresco, a patto però che sia conservato in salamoia. Non si può dire lo stesso, infatti, di quello sott’olio. Anche in questo caso vi sono alcuni motivi che dovrebbero spingerci a preferire il tonno al naturale rispetto a quello conservato nell’olio. Il primo tra tutti rivede la quantità e qualità dell’olio di conservazione.

La provenienza da evitare sono soprattutto quelle delle zone inquinate tra cui troviamo: FAO 61, 67, 71 nell’Oceano Pacifico. In particolare si ricorda che FAO 61 e 71 sono altamente inquinate a causa del disastro di Fukushima. Andrebbero infine evitati poi i tonni dell’Atlantico zona nord-est e del Golfo del Messico.

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Cinzia Arienzo
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