Le abitudini alimentari sono da una parte legate al proprio contesto culturale, dall’altra devono spesso “scontrarsi” con le scoperte scientifiche inerenti al cibo che molto spesso contrastano convinzioni antiche o comunque percepite come “vecchie”. Ciò è valido con il discorso legato ad alimenti tradizionali come il burro, spesso consumato a colazione anche se spesso concepito culturalmente come alimento “non sano” se non addirittura dannoso. In realtà in quasi tutti i casi il burro a colazione rappresenta un’eccellente scelta.
Mangiare burro a colazione fa bene: ecco il motivo. “Pazzesco”
Ma cos’è il burro? Viene definito con questo nome il principale prodotto “grasso” derivante dal latte, ed in particolare dalla panna. Secondo la regolamentazione italiana è classificabile come burro il “prodotto ottenuto dalla crema ricavata dal latte di vacca e al prodotto ottenuto dal siero di latte di vacca”.
Oggi la produzione è molto diversificata e presenta varie tipologie specifiche (come ad esempio il burro chiarificato oppure di siero o altre tipologie ma quello “tradizionale” nonchè più diffuso per essere chiamato tale deve essere costituito da almeno l’83 % di grasso derivante dal latte, che presenta in quasi tutti i casi un moderato apporto di vitamine, e un più sostanzioso contenuto di acqua.
E’ la colazione il momento della giornata per consumare burro (la quantità giornaliera consigliata è di circa 10 grammi) in quanto costituisce un nutrimento per muscoli e cervello e aiuta l’intestino oltre a fornire una buona quantità di acidi grassi e proteine che aiutano il cervello a “funzionare” in maniera efficiente.
La colazione burro e marmellata costituisce una buona soluzione, a patto di non esagerare, ricordando che il burro non influisce in modo diretto sul colesterolo o sulla glicemia, ma è comunque qualcosa di molto calorico che va quindi consumato con giudizio e magari “non tutto in un volta”. E’ meglio consumarlo non come condimento ma all’interno di preparazioni oppure consensualmente spalmato sul pane.