Bancomat, da questa data cambierà tutto: “attenzione”

Fare un Bancomat è divenuto da molti anni qualcosa di “normale”, che corrisponde ad una qualsiasi operazione, spesso inerente a quella del prelievo di contante (cash) che oramai è divenuta la maniera più rapida per avere accesso ai contanti. Negli ultimi anni i contanti sono stati progressivamente considerati “meno utili” anzi problematici in quanto attraverso il loro utilizzo sono spesso effettuate operazioni illecite in quanto strumenti poco tracciabili.

Bancomat, da questa data cambierà tutto: “attenzione”

Non è un caso quindi che sempre più ATM, ossia i tradizionali terminali stanno venendo gradualmente dismessi, spesso assieme alle filiali bancarie, meno utilizzate rispetto al passato con la diffusione dell’home banking.

Fare un bancomat inteso nel senso ampio del termine come utilizzo di questi terminali con una tradizionale tessera diventerà nel corso del tempo sempre più complicato anche se prima di 10-15 anni è impossibile concepire una forma di utilizzo del Bancomat completamente abbandonato. Più probabilmente il numero degli ATM necessari sarà bloccato in una quantità definita.

Diverso il discorso legato all’erogazione di contanti che in molti casi presenta un costo legato ad ogni operazione, costo che solitamente non è previsto se si effettua un prelievo presso la propria banca o gruppo bancario.

Attualmente il costo è fisso, determinato dal proprio circuito bancario, generalmente tra i 50 centesimi ed i 2-3 euro. Fino alla fine del 2023 questa forma di limite, gestita dalle società di transizione bancaria e non dalle banche stesse, non sarà modificato ma dal prossimo anno dietro influenza degli istitutu di credito gli importi di commissione come la commissione interbancaria potranno sensibilmente aumentare, comportando un aumento sensibile eventuale dei costi di prelievo, che potrebbero lievitare fino a 2 euro come “Base”.

Questi aumenti, fortemente caldeggiati da Bancomat SpA e da società simili sono motivate dai costi maggiori in termini di gestione anche se finora l’Antitrust non ha voluto modificare l’ordinamento.

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Vincenzo Galletta
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