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La lira italiana è maggiormente riconoscibile e ancora oggi fonte di nostalgia nelle emissioni che sono state coniate dal secondo dopoguerra in poi, come la 100 lire, una delle più longeve e comuni monete che hanno contraddistinto il panorama italiano.

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La 100 lire è infatti stata coniata in quantità importanti a seguito dell’uniformazione della moneta, sviluppata a seguito del decreto del 1946, che ha di fatto riassestato ogni aspetto della valuta, con la coniatura delle prime 100 lire che è avvenuta in buon numero solo con gli anni 50.

La più famosa è sicuramente la Minerva 1° tipo, che è stata coniata in ottime quantità dal 1954 al 1989, ma è rimasta la più comune fino al 2002. Il nome deriva dalla divinità romana Minerva che è ritratta sul lato principale dell’emissione, come da tradizione, che indica la saggezza ma anche l’amore verso la conoscenza, l’altro lato è invece riconoscibile da un profilo di donna contornato dalla dicitura della repubblica italiana. La moneta è costituita in Acmonital una lega di alluminio piuttosto comune ai tempi.

Coniata in enormi quantità quasi da subito, la a Minerva più rara è indubbiamente la prima, datata 1954, che è quasi introvabile in senso assoluto perchè costituisce l’emissione di prova di questa tipologia, sviluppata in ridottissime quantità. Riconoscibile proprio dalla piccola scritta Prova sul lato di Minerva, vale migliaia di euro.

Ma anche una meno rara moneta del 1955, se in condizioni particolarmente buone, può valere cifre molto elevate, ma si tratta per l’appunto di valutazioni raggiungibili solo da esemplari tenuti alla perfezione, in Fior di Conio, come si usa dire. Questo stato è paragonabile alla fresca coniatura, ossia all’appena realizzata.

Una emissione in ottimo stato vale fino a 200 euro, una in Fior di Conio può anche avvicinarsi di molto ai 1000 euro, che è una valutazione non eccessiva.

100 lire

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