La frutta fa bene, indifferentemente dalla tipologia e dalla provenienza “storica”, quindi anche il kiwi, da oramai svariate decadi non più considerabile “estraneo” al contesto italiano che di fatto lo ha adottato questa tipologia di frutti anche dal punto di vista ambientale. Il kiwi è molto comune nell’ambito di preparazioni come la macedonia ma anche confetture e succhi di frutta ma anche nell’ambito dell’alimentazione sportiva, ma trattandosi di una tipologia di alimento molto nutriente, alcune fonti hanno conferito una capacità “ingrassante” del kiwi, ma fa realmente ingrassare?
Mangiare kiwi fa ingrassare? Ecco cosa dice l’esperto
Va ricordato prima di tutto che quasi ogni forma di frutto di tipo “zuccherino” se mangiato in modo indiscriminato e non corretto può incidere negativamente sul peso, anche se è sempre preferibile optare per della frutta nell’ambito degli snack rispetto a prodotti industriali.
Il kiwi in realtà non è particolarmente ricco di calorie, in quanto dotato di un apporto medio calorico corrispondente a 40-60 per etto, quindi considerabile alla stregua di un prodotto ipocalorico.
E’ quindi al contrario un alimento da integrare nella dieta se siamo intenzionati a perdere peso in quanto l’apporto di fibre, che costituisce parte della conformazione saziante del frutto è addirittura superiore a quello della mela.
Inoltre il kiwi è anche particolarmente indicato per chi deve fare i conti con il colesterolo alto in quanto viene digerito molto lentamente dall’organismo e conferisce a questo valore una forma di “controllo”.
Sono anche ricchi di polifenoli, i principali componenti antiossidanti della frutta che aiutano anche a regolarizzare il metabolismo nell’ottica della perdita naturale del peso.
Questo frutto è quindi per nulla ingrassante, anche in relazione alla maggior parte delle altre tipologie di frutta, quindi rimuoverlo dalla propria dieta per questo motivo è decisamente qualcosa di “poco furbo”, in modo particolare se stiamo seguendo un regime alimentare che necessita di un apporto nutritivo costante come quello agonistico.
