Chi non può mangiare salmone affumicato? Ecco le casistiche

Il salmone affumicato è uno degli alimenti più consumati sulle tavole degli italiani. Il reale problema del salmone affumicato si chiama Listeria monocytogenes, parliamo di un batterio che determina una malattia chiamata listeriosi, particolarmente azzardata per donne in gravidanza, persone immunodepresse, bambini piccoli e anziani.

La trasmissione capita soprattutto per via alimentare perché il batterio può essere presente nel pesce crudo in salamoia e affumicato e sopravvive flemmaticamente alle temperature del frigorifero. Negli ultimi anni diverse partite di salmone affumicato e fresco sono risultate contagiate.

Chi non può mangiare salmone affumicato? Ecco le casistiche

L’ultima allerta risale al 12 ottobre dell’anno scorso, quando è stata ritrovata in un lotto giunto dalla Danimarca. Il secondo elemento di pericolosità anche se di rilievo minore rivede l’Anisakis che è un parassita che determina una grave infezione parassitaria del tratto gastrointestinale, detta anisakidosi o anisakias.

Le larve di Anisakis simplex sono quasi sempre presenti in prodotti ittici crudi ovvero con preparazioni regionali con aceto o limone, sushi o sashimi o non sufficientemente cotti, com’è il caso dei pesci affumicati. Come ospite intermedio, l’Anisakis è presente in 123 specie di pesci generalmente consumati, tra cui salmone, tonno, sardina, acciuga, merluzzo, nasello, sgombro, triglia, pesce San Pietro.

Il salmone poi è un alimento pieno di grassi perciò è raccomandabile non abbinarlo a formaggi, latticini e uova. Quello affumicato poiché pieno di sodio è sconsigliato per chi pena di problemi come l’ipertensione. Invece per quanto concerne il salmone d’allevamento è raccomandabile diminuire il suo consumo poiché viene alimentato con mangimi che quasi sempre comprendono disinfettanti, ormoni e antibiotici dannosi per la nostra salute.

Per chi è in gravidanza è consigliabile consumarlo cotto ed evitare quello crudo. Infine il suo consumo è da limitare a 1/2 volte a settimana. Un consumo, controllato, di salmone all’interno della nostra alimentazione può cagionare numerosi benefici, tuttavia troviamo molteplici altri tipi di pesci che possono assomigliare al salmone, come ad esempio il tonno, le sardine e lo sgombro.

Se mangiato fresco al ristorante è considerevole sincerarsi che siano state riverite le norme di legge che immaginano che il pesce sia stato anticipatamente congelato a -20° C per almeno 24 ore. Se mangiato crudo a casa, il salmone deve essere congelato per almeno 96 ore a -18° C in un congelatore a tre o più stelle.

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Cinzia Arienzo
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