Mangiare asparagi fa puzzare la pipì? Ecco la verità. “Pazzesco”

Il contesto alimentare, in particolare nelle società umane dove il cibo spesso identifica diffuse parti della cultura, è da sempre fonte di grandi curiosità che sono a tratti confermate dalla scienza ma a tratti rappresentano un “mistero” in tal senso. Un esempio è legato ad una nomea spesso effettivamente percepita come reale, che riguarda un effetto collaterale degli asparagi che se consumati, conferiscono alla pipì un caratteristico odore sgradevole.

Mangiare asparagi fa puzzare la pipì? Ecco la verità. “Pazzesco”

L’asparago comune è un ortaggio estremamente diffuso ed apprezzato fin dai contesti molto antichi, e trova numerose applicazioni culinarie, anche nella dieta mediterranea, essendo coltivato almeno fin dall’epoca degli antichi Romani.

Il caratteristico odore che si può effettivmente percepire quasi immediatamente dopo aver mangiato asparagi è spesso riconducibile a quello dello zolfo (ma anche cosiddette “uova marce”) ed è qualcosa che si nota da pochi minuti dopo aver consumato questo gustoso ortaggio.

In realtà la scienza per una volta si divide in merito, perchè non è stata ancora compresa a fondo la causa del cattivo odore delle urine, legata al consumo di asparagi.

Tra i composti che sono presenti nell’ortaggio che sono riconducibili a quest’effetto ci sono l’acido asparagusico ed il metilmercaptanoun composto organico dall’odore intenso e spiccato che viene utilizzato anche in forme controllate nei confronti del gas naturale così da rendere immediatamente riconosibile la presenza odorosa.

In realtà il metilmercaptano pur essendo presente negli asparagi lo è in ridotte quantità non sufficienti per giustificare l’odore della pipì.

L’acido asparagusico sviluppa numerosi metaboliti a base di zolfo ma anche diverse prove scientifiche non sono state sufficientemente “solide” per confermare il “colpevole”. Secondo alcuni potrebbe trattarsi di una forma di effetto congiunto di queste sostanze sprigionate con l’aria esterna.

Tuttavia si tratta di un effetto “positivo” in quanto l’odore sgradevole certifica un corretto funzionamento renale.

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