La busta paga definisce in modo “generico” il livello di ricchezza che “entra nelle tasche” dei lavoratori dipendenti, ma è anche uno strumento molto importante per determinare lo stato di “salute” del nostro paese, che è contraddistinto in larga parte di lavoratori dipendenti.
Riduzioni in busta paga: ecco chi avrà brutte sorpese a Febbraio
In corrispondenza con i vari e diversificati stati di crisi, il governo di turno deve obbligatoriamente scegliere in modo accurato dove delegare effettivamente delle risorse in busta paga sia per obblighi effettivi (come nel caso dei lavoratori dello stato) ma anche per le categorie professionali maggiormente in difficoltà.
Com’è ovvio però le risorse non sono infinite ed inevitabilmente anche a fabbraio non tutti percepiranno aumenti in busta paga.
Il governo Meloni è fermamente intenzionato a portare avanti la politica inerente al cuneo fiscale, ossia la riduzione delle imposte relative al mondo del lavoro con un conseguente aumento in busta paga non uguale però per tutti.
Se già l’esecutivo Draghi aveva aumentato la percentuale del cuneo fiscale fissato al 2% mentre l’attuale governo ha sviluppato degli scaglioni corrispondenti al 3 % relativi alle fasce di reddito più basse.
In buona sostanza potrà godere di un importo sensibilmente più alto in busta paga qualsiasi forma di lavoratore dipendente ch non guadagna 1923 euro mensili lordi, pari a 25 mila euro mensile. Per tutte le fasce di reddito entro questa soglia, quindi inferiori, lo sgravio contributivo legato al cuneo fiscale è stato portato dal 2 al 3 %, comportando buste paga più alte di 19,25 euro mensili – 231 euro l’anno per redditi fino a 10 mila euro annui, fino a 41, 15 euro al mese, ovvero 493,85 annui per chi percepisce 25 mila euro all’anno.
Sono mantenuti valori pari al 2 % del 2022 per le categorie di lavoratori con importi di reddito superiori di 25 mila euro che non percepiranno soldi in aggiunta rispetto alla seconda parte di 2022.
