Le lire italiane sono indiscutibilmente state tra le valute di maggior diffusione del continente, almeno fino all’arrivo dell’euro che ha reso la precedente valuta italiana fuori corso, ossia inutilizzabile. Se quasi tutte le monete e banconote sono state al tempo “riconvertite”, alcuni esemplari sono stati conservati a scopi soprattutto nostalgici e collezionistici, come le 10 lire con la spiga.
Se trovi le 10 lire con la spiga sei ricco sfondato: ecco il loro valore
Si tratta della più diffusa comune moneta da 10 lire della storia italiana, in quanto coniata per praticamente tutto l’arco della seconda metà del 20° secolo.
Sviluppata in Italma, una lega di alluminio, la 10 lire spiga si chiama ovviamente così per la raffigurazione di due spighe che simboleggiano il raccolto fertile, posizionate accanto al valore nominale, l’altro lato è invece contraddistinto da un aratro, sempre in funzione agraria. Il bordo è liscio, le dimensioni corrispondono a 23,3 mm di diametro per un peso di 1,6 grammi.
La 10 lire spiga è come detto stata la più diffusa, coniata in 1.975.410.000 esemplari dal 1951 al 2001, anche se la maggior diffusione si è “fermata” agli anni 80, e per questo motivo non è considerabile rara, eccezion fatta per alcuni specifici esemplari che sono infatti i più ricercati dai collezionisti.
L’anno in cui ne sono state prodotte di meno è il 1954, per questo motivo gli esemplari possono essere venduti anche per cifre superiori a 100 euro se in stato Fior di Conio (il migliore possibile), ma esistono anche alcuni errori di conio divenuti famosi, come il verso capovolto.
Si tratta di alcune monete di questo tipo sviluppate nel 1991 che a causa di un errore durante la coniatura presentano il lato con l’aratro, quindi il “verso”, sviluppato capovolto, caratteristica che eleva questi esemplari a “rari” e consente di ottenere un guadagno medio di circa 80 euro, ma che può anche superare i 150 euro se in condizioni Fior di Conio.
