Non solo libretti postali: gli italiani si dimostrano particolarmente legati a forme di risparmio slegate almeno parzialmente al contesto bancario, ed il buono fruttifero corrisponde a qualcosa di estremamente importante sotto ogni punto di vista.
Leggi anche:
Hai questo buono fruttifero? Ecco quanto puoi guadagnare, pazzesco
Il buono fruttifero infatti, come il libretto postale, è sottoscrivibile presso qualsiasi ufficio delle Poste Italiane e fa parte della “famiglia” dei prodotti finanziari delle stesse nota come risparmio postale. Sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP), società controllata dallo Stato e lo Stato italiano è garante diretto dei buoni emessi.
Se per il libretto postale la funzione principale è quella di “conservare” il denaro in un luogo sicuro per limitare la “stagnazione”, ossia la perdita progressiva di denaro con il tempo, il buono fruttifero viene utilizzato per sviluppare interesse progressivo nel corso del tempo in base alle somme depositate.
Fino al settembre del 1986 i libretti erano esentati da qualsiasi forma di pressione fiscale, che invece è stata associata negli anni successivi.
I vecchi buoni fruttiferi avevano una forma di durata pari a 30 anni, mentre quelli più moderni di fatto non sviluppano più interessi e quindi guadagni dopo 20. Quindi un buono fruttifero aperto nel 1983 può sicuramente godere di un’importante percentuale di guadagno, ricordando che la percentuale di interessi è di un 8 % lordo per i primi 5 anni per un aumento in percentuale progressivo fino al 12 % ogni anno.
Va ricordato che i buoni fruttiferi sono riottenibili nell’importo fino a 10 anni dopo la scadenza naturale, in fasi successive l’importo non è più prelevabile.
Il fondo Cassa depositi e Prestiti mette a disposizione uno strumento telematico per calcolare il guadagno accumultato progressivamente, attraverso il seguente sito web, che con l’aggiunta di dati come il tipo di buono fruttifero, la scadenza ed altre informazioni, fornisce dati precisi in merito al guadagno ottenibile.
