Il prezzo della benzina costituisce un vero “evergreen” tra le argomentazioni comune che accompagna il cittadino medio da sempre in pratica, ma in condizioni di crisi è anche uno degli argomenti di riferimento in senso assoluto perchè il costo dei caburanti e tra i fattori più importanti in senso assoluto. Il prezzo della benzina influisce su tutto, e per questo motivo il costo in aumento preoccupa.
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In particolare in queste settimane si parla molto di una questione divenuta politica, ossia il costo delle accise sulla benzina. Le accise sono definite in buona parte delle imposte legate al costo dei carburannti che costituiscono una importante percentuale del costo finale.
In corrispondenza della crisi economica e legata al costo delle risorse come quelle del carburante infatti il precedente governo ha dovuto sviluppare alcune manovre di emergenza come il momentaneo taglio delle accise ed il Bonus Carburanti, una generalizzata forma di “calo” dei costi in corrispondenza dell’aumento del prezzo di benzina e soprattutto petrolio.
Era comunque stato ufficializzato che questa forma di decisione come temporanea, inizialmente per i primi mesi del 2022, e poi fino a fine anno.
L’esecutivo Meloni che aveva effettivamente dichiarato l’intenzione di mantenere il taglio delle accise non incidendo sui prezzi, è stato costretto a fare marcia indietro per questioni legate ad una disponibilità economica. Questo fattore ha portato un nuovo “picco” dei prezzi e il recento Decreto Carburanti che di fatto ha ufficializzato l’obbligo per i benzinai di esporre alla pompa un cartello che indichi il prezzo medio dei carburanti calcolato di giorno in giorno dal ministero per le Imprese, portando anche a diverse istruttorie per molti gestori ed aziende di carburanti.
Di fatto non esiste un “limite” legato al costo della benzina che ha sfiorato ed in alcuni casi superato i 2,1 euro al litro per la benzina e i 2,4 euro al litro per i diesel. Bisognerà attendere almeno qualche settimana per verificare gli eventuali effetti del decreto.
