Digitale terrestre, da quest’anno cambia di nuovo tutto: “pazzesco”

La diffusione della TV ha indubbiamente  cambiato completamente il modo di relazionarci nei confronti delle notizie ma anche nei riguardi del semplice intrattenimento, in quanto questo strumento che è formalmente diffuso in Italia dalla fine a partire dal Boom economico e che in pochi anni è riuscito a diventare insostittuibile. Il digitale terreste ha quindi “modificato” la struttura stessa della TV.

Digitale terrestre, da quest’anno cambia di nuovo tutto: “pazzesco”

La prima versione del digitale terrestre ha portato la stragrande maggioranza dei cittadini italiani a sostituire la vecchia TV di cui disponeva oppure adattarla al nuovo standard con l’ausilio di un decoder.

Il digitale terrestre della prima generazione ha fatto parte di questo processo di “cambio di banda” del segnale televisivo ultimato nel 2012 pur essendo iniziato diversi anni prima. Trattandosi di un elettrodomestico diffuso il processo denominato lo switch off dei canali è stato mediamente complicato, ma necessario così da far evolvere la TV nella generazione successiva.

Negli ultimi anni è stato reso necessario un nuovo step, stavolta “meno traumatico” rispetto alla prima volta, che segue in modo quasi uguale la struttura della prima generazione del digitale terrestre ossia portare la cittadinanza ad aggiornare i propri dispositivi e poi gradualmente spegnere le vecchie frequenze per fare spazio allo standard trasmissivo DVBT-2 e della banda 700 MHz, che viene utilizzata dalle reti 5G.

A fine 2022 infatti tutte le vecchie frequenze non HD sono state disabilitate mentre dal 1° gennaio tutti i multiplex devono obbligatoriamente adottare il nuovo standard di trasmissione DVB-T2.

Dal 1° gennaio 2023 quindi buona parte dei vecchi canali trasmessi sul vecchio standard non sarà più funzionante.

Tuttavia questa forma di obbligatorietà potrebbe comportare una tempistica più lunga e diversificata rispetto al previsto, come evidenziato da una nota del MISE, che potrebbe far tardare il già citatao switch off addirittura al 2024, principalmente per la necessità di munire ogni angolo del paese di strutture adeguate.

Questo comporterà, qualora le voci venissero confermate una “scadenza” più lunga di qualche mese per adattarsi al nuovo standard.

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Vincenzo Galletta
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