Da sempre, in Italia, si parla del divario tra le regioni del nord e del sud in termini economici. Ultimamente si e’ vociferato che sia la Lombardia ad essere la regione più ricca, mentre la Campania una delle più povere. Ma è davvero cosi?
Cosa si intende per “ricco” e “povero” quando si parla di regioni italiane?
Il metodo di classificazione delle regioni italiane
In questo articolo scopriremo insieme cosa si intende per regione più ricca o povera. Bisogna prima capire il metodo di classificazione per parlare di ricchezza e povertà. Parliamo del metodo di classificazione PIL, ovvero il Prodotto Interno Lordo per singolo individuo. Come molti già sapranno, il PIL è l’indicatore complessivo dei beni e servizi finali prodotti in un determinato intervallo di tempo all’interno di un Paese. In parole più semplici, può essere interpretato come il valore della ricchezza e del benessere di un Paese. Questi dati patrimoniali, comunque, possono rilevare solo in parte il livello di benessere di una società.
Dunque, ecco la classifica delle venti regioni italiane, dalle più ricche alle più povere, secondo il PIL. Questa naturalmente è in costante aggiornamento, perché si basa sugli ultimi dati ISTAT disponibili.
La regione più ricca d’Italia
La lista presenta tutte e 20 regioni d’italia, dalla più ricca alla più povera secondo il PIL.
1 – Trentino-Alto Adige: 42.300
2 – Lombardia: 38.200
3 – Emilia-Romagna: 35.300
4 – Valle d’Aosta: 35.200
5 – Veneto: 33.100
6 – Lazio: 32.900
7 – Friuli-Venezia Giulia: 31.000
8 – Toscana: 30.500
9 – Piemonte: 30.300
10 – Liguria: 29.678
11 – Marche: 26.600
12 – Abruzzo: 24.400
13- Umbria: 24.300
14 – Sardegna: 21.300
15 – Basilicata: 20.800
16 – Molise: 19.500
17 – Puglia: 19.000
18 – Campania: 18.200
19 – Sicilia: 17.400
20 – Calabria: 17.100
Come possiamo vedere, le regioni del Nord rimangono tutt’oggi le più ricche dello Stivale. Il Trentino-Alto Adige si posta in vetta, mentre all’estremo Sud troviamo la Sicilia e la Calabria sul fondo della classifica. Entrambe portano oltre 20 mila euro di differenza dalle prime regioni della lista.
Anche se questi valori non sorprendono, ricordiamo ancora che la classifica PIL è in costante aggiornamento.
