Il denaro elettronico nel nostro paese ha fatto la prima “comparsa” più o meno con l’attuazione dei trasferimenti telematici di denaro come i bonifici, ma con l’istituizione del Bancomat come circuito bancario questa forma di tecnologia è divenuta molto popolare e frequente nell’utilizzo.
Allerta bancomat: ecco cosa sta succedendo in tutta Italia
Oggi con “Bancomat” si fa riferimento generale ad una serie di operazioni telematiche di tipo diversificato ma che sono quasi sempre inerenti al prelievo di denaro presso uno sportello compatibile. Gran parte delle politiche legate a questa tecnologia verte proprio in virtù delle decisioni prese in questo ambito, che sono legate anche alla riduzione progressiva della quantità di denaro contante.
Anche se l’esecutivo Meloni è riuscito ad aumentare il tetto del contante da 2000 euro a 5000 euro a partire dal 1° gennaio 2023, ma non è cambiato l’obbligo di POS a lungo criticato da diversi esponenti politici nonchè da molte categorie di professionisti.
Permane infatti anche il contesto delle multe previste per ogni forma di rifiuto del pagamento con POS oppure dell’assenza del terminale. Le multe sono due, la prima è di30 euro, aumentata però, allo scopo di assicurare adeguata proporzionalità rispetto all’entità dell’operazione, di una somma pari al 4% del valore della transazione rifiutata. Non sono stati aggiunti limiti che rendono il tutto meno stringente.
Se la quantità di denaro contante prevista è in aumento in modo sensibile non cambiano almeno per ora i costi di commissione di prelievo presso i bancomat, ossia gli sportelli ATM.
Questi costi fanno riferimento ai sovraprezzi dei costi di commisione, che le banche in molti casi mantengono in occasione di operazioni di prelievo presso terminali differenti dai propri.
Solitamente questi importi sono di tipo variabile e sono regolamentati non dalle banche ma dallo stato. In linea di massima l’importo addizionale può essere gratuito o costare fino 2-3 euro per singola operazione.
