Il 2022 che appena passato è stato un anno abbastanza di rilievo per il mondo delle biciclette, sia nel bene che nel male. Per quanto riguarda a livello nazionale le passate leggi di stabilità e il PNRR hanno potuto generare un ottimo ricavo per l’attuazione di impianti per la ciclabilità, sia in ambito urbano che in ambito turistico.
Nel 2022 l’industria della bicicletta è stata contraddistinta da una fase di sistemazione derivata dal boom colossale del 2020. Difatti non si sono visti prodotti incredibili né rinnovamenti strepitosi. Ciò è dovuto alle forze totali che sonostate radunate nel surfare la grande onda di domanda concepitadalla pandemia di Covid-19 e nel dirigere la filiera nel processo di regolarizzazione. Nei raffronti del consumatore finale, questa situazione di sistemazione ha impiegato la forma di una cronica insufficienza di prodotti e di un incremento rilevante dei prezzi delle biciclette con elevata contrarietà di tutti. Gli scenari previsti ovviamente possono essere sempre due, uno migliore e uno peggiore.
Biciclette, cosa ci si aspetta per questo 2023: ecco la situazione
La cosa peggiore che possa accadere adesso è che i produttori decretino di passare istantaneamente e a qualunque costo all’incasso. Questo potrebbe accadere calando i prezzi e aprendo nuovi canali di ripartizione, tipo la grande distribuzione regolata o la vendita diretta tramite internet, in tale modo, dopo aver colmato di merce i negozianti, straripano il mercato di prodotti a prezzi più bassi.
Lo scenario più buono invece potrebbe essere che dopo la crisi finanziaria del 2008, la Daimler si ritrovò in una situazione abbastanza rassomigliante a quella che stanno fronteggiando oggi i produttori di biciclette. Difatti migliaia di Smart giacevano giacenti e il mercato stagnava. Invece di alienaresottocosto, la soluzione fu di creare una nuova società per comperare le automobili invendute per poi affittare al pubblico. Nacque così Car2Go, che oggi si chiama FreeNow ed è di proprietà di Stellantis.
