Mutui e tasso variabile, arriva la rinegoziazione: la notizia

Con l’arrivo del nuovo anno sono giunte numerose novità contenute nella legge di Bilancio 2023. Tra queste vi è l’occasione di rinegoziazione del mutuo a tasso variabile. Apprendiamo che il 2022 è stato un anno nero per le famiglie con un finanziamento adeguato.

L’improvviso e istantaneo rialzo dei tassi d’interesse ha fatto scoppiare la rata mensile, soprattutto per chi aveva avviato un mutuo da poco e per importi consistenti. Proprio per tale motivo il governo Meloni ha cercato di andare incontro a chi vive tale realtà, offrendo un aggiuntivo strumento.

Mutui e tasso variabile, arriva la rinegoziazione: la notizia

La rinegoziazione del mutuo a tasso variabile può essere ripresa fino al 31 dicembre di quest’anno, ma a determinate condizioni. Ade ve le elencheremo: data di stipula antecedente il 1° gennaio 2023; importo originario non superiore a 200.000 euro; tasso e rata variabili per tutta la durata del contratto; reddito ISEE non più alto a 35.000 euro al momento della richiesta; nessun ritardo nei pagamenti della rata, salvo differente accordo tra le parti. Se tutte le summenzionate condizioni sono state considerate e rispettate, possedete i requisiti per chiedere la rinegoziazione del mutuo.

Attenzione, non è detto che la banca ve la concede. In quel caso, potete sempre optare per la surroga o la sostituzione del mutuo con altro finanziamento. Serve, in ogni modo, ricercare sempre una banca disponibile ad offrirvi condizioni migliori di quelle siglate. Si potrebbe conseguire o il passaggio dal tasso variabile al tasso fisso per una durata inferiore alla durata residua del finanziamento o l’allungamento del piano di rimborso fino a un massimo di 5 anni.

Comprensibilmente, tale seconda possibilità si ha per coloro che abbiano un mutuo con durata rimanente non superiore ai 25 anni. Non è ancora chiaro se la banca abbia l’obbligo di corrugare in presenza dei suddetti requisiti. In ogni caso, sarebbe giudizioso non affrettarsi a correre a domandare la rinegoziazione del mutuo. Il passaggio dal tasso variabile al fisso sembra ora come ora l’alternativa più giusta, ma bisogna ragionare in un’ottica di lungo periodo. Per chi ha un mutuo con capitale residuo da rimborsare a questo punto ristretto, l’operazione avrebbe scarso senso economico. Il beneficio conseguito risulterebbe limitato.

Ma anche chi possiede contratto il mutuo da poco, dovrebbe fare attenzione. Per i prossimi mesi e qualche anno, la rata variabile si ostenterà meno stuzzicante della rata fissa. Resta da comprendere cosa accadrà tra diversi anni.

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Cinzia Arienzo
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