Il bicarbonato è un sale composto da sodio e carbonato o bicarbonato di sodio che diluito in acqua crea una soluzione delicatamente alcalina capace di tappare gli acidi. Bere acqua e bicarbonato può aiutare a tamponare un eccesso di acido cloridrico nello stomaco, ovvero l’acidità gastrica. Parliamo difatti di un rimedio antiacido che ritroviamo in molteplici preparazioni, polveri, tavolette, capsule e compresse, sia in prodotti ad impiego alimentare che in integratori e farmaci.
Quanto bicarbonato si può bere al giorno? Ecco cosa si dice l’esperto
Il bicarbonato di sodio, per la sua capacità di vanificare gli acidi, viene quasi sempre fornito in presenza di bruciori di stomaco, gastriti, ulcere peptiche e tutte le volte in cui sia indispensabile alcalinizzare le urine o altri liquidi corporei. La necessità di forniture frequenti, per fronteggiare alla veloce acidificazione del bicarbonato, può portare a un sovrabbondante apporto di sodio, minerale che, a grandi concentrazioni, diviene rischioso per chi soffre di ipertensione (visto l’incremento della volemia e della forza con cui il sangue spinge sulle pareti dei vasi.
Poi ne ottiene un più elevato rischio di ipertensione, edemi e ritenzione idrica. Nel sangue i bicarbonati lavorano come rilevanti tamponi degli acidi, cooperando a mantenere il pH ematico a valori alquanto costanti. Ulteriormente, la fornitura endovenosa di una soluzione di bicarbonato di sodio può quindi essere attuata in ambito ospedaliero qualora esista un quadro di acidosi metabolica. Visto i potenziali e molteplici effetti collaterali, l’utilizzo del bicarbonato di sodio dovrebbe incontrare il cautelativo consenso medico, in modo peculiare in presenza di malattie in atto o terapie farmacologiche concomitanti.
Come antiacido, se ne raccomanda l’impiego da una o due ore dal termine dei pasti, congiuntamente a un bicchiere d’acqua. Difatti la posologia è di 325-2000 mg di bicarbonato di sodio per dose, da una a quattro volte al giorno. Il bicarbonato disciolto in acqua però è infatti sprovveduto nei bambini, nelle donne in maternità, in chi prende alcol in eccesso, nelle persone che hanno problemi cardiaci o renali, con appendicite ed edema, per citare diversi casi.
Infine, l’impiego a lungo termine potrebbe essere legato a problematiche renali, cardiache e muscolari, e a un incremento della concentrazione di sodio, iponatremia, e a una riduzione di quella di potassio, ipokaliemia, e cloruri, ipocloremia.