Statisticamente l’Italia è uno dei paesi maggiormente legati alla cultura del cibo, in quanto molti alimenti risultano essere così legati alle tradizioni locali e nazionali da diventarne parte, e la Mozzarella è sicuramente uno dei cibi più iconici in assoluto del nostro paese, nonchè uno dei prodotti caseari più famosi al mondo. La forma “pregiata” è conosciuta come Mozzarella di bufala, ed è un prodotto che come ogni forma di cibo che presenta una specifica produzione, fa parte della risretta cerchia degli alimenti con marchio IGP. Ma quali sono le differenze rispetto ad altre tipologie, ed a quanto corrisponde il “limite” consigliato?
Mozzarella di bufala: cosa cambia da quella classica e quantità consigliate
La differenza principale risiede nella tipologia di ingredienti, tra i quali spicca ovviamente il latte: per la Mozzarella di bufala viene impiegato esclusivamente il latte di bufale allevate in determinate zone della Campania e del basso Lazio e in alcune province della Puglia e del Molise, mentre per la mozzarella “generica” si fa ricorso prevalentemente al latte vaccino.
Tra le differenze in campo nutrizionale spicca un apporto calorico sensibilmente maggiore anche se la reale differenza è risibile, mentre dal punto di vista proteico la variante di bufala è sensibilmente più leggera e quindi un po’ più digeribile, e dal sapore più delicato.
E’ anche meno “fastidiosa” per chi soffre di intolleranza al lattosio dato che questo nutriente è presente, a parità di peso, in quantità minori nella variante di bufala.
La mozzarella, soprattutto se di buona qualità non fa ingrassare, anzi è un’ottima fonte di nutrienti ed è ricca di sali minerali e vitamine, dal punto di vista calorico come detto le differenze sono minime, quindi per chi segue un regime ipocalorico, è opportuno mantenere una forma di limite settimanale di 150 – 170 grammi.
La mozzarella di bufala è “sicura” anche se consumata 2-3 volte a settimana.